Per un’ora nelle mani dei ladri rapinatori
«Sono sicura: a salvarci la vita sono state le preghiere e quei 2 mila euro che non sapevo neppure di avere in casa». A parlare con la concitazione di chi ha vissuto una bruttissima avventura è Maria Grazia Viora, 60 anni, che con il marito Franco e i figli Fabrizio ed Eleonora gestisce l’agriturismo La Stella Polare di Villanova, sulla piana vicina all’imbocco dell’autostrada.
Maria Grazia e il marito sono rimasti in balia per un’ora, nella notte fra venerdì e sabato, di tre ladri che, dopo essere entrati in casa, li hanno immobilizzati ancora a letto legando loro polsi e caviglie con del nastro adesivo e minacciandoli di morte se non avessero rivelato dove tenevano il denaro.
Il racconto della donna
«Tutto è cominciato alle 3,25 – racconta Maria Grazia – stavo dormendo quando mi ha svegliato un leggero rumore felpato in camera. Ho aperto gli occhi e ho scorto una sagoma alta e longilinea accanto al letto. Pensavo fosse mio figlio che veniva a chiamarci, ma ben presto ho visto l’altra ombra dal lato di mio marito. Allora ho capito che erano dei ladri».
Ladri senza scrupoli, che non hanno consentito alcuna reazione ai coniugi.
Non poteva nemmeno pregare
«Ho cominciato a pregare forte – racconta ancora Maria Grazia sostenuta da una fortissima fede e da una grande devozione per i santi “locali” – Padre Nostro, Ave Maria, lode a San Michele Arcangelo. Li pregavo, sempre più forte, quasi ad urlare. Chiedevo ai miei Santi di aiutarmi. All’improvviso, uno dei ladri, con accento straniero, ha detto a mio marito di farmi stare zitta altrimenti mi avrebbe ammazzato. Io ho solo abbassato la voce, ma non ho smesso di pregare, allora mi ha detto “Se stai brava ti prometto sul mio Dio che non ti faccio del male”. Ma io sono sicura che il suo Dio non fosse contento di quello che stava facendo e gliel’ho anche detto».
Con il volto travisato da una bandana e da un foulard su bocca e naso, i tre hanno letteralmente rovesciato la casa, mettendo in disordine tutto in ogni camera.
Il marito è svenuto
«Erano anche molto ginnici, perchè uno saliva sull’altro per guardare in cima agli armadi».
Un’ora di incubo in cui, a precipitare le cose, è stato lo svenimento di Franco cui i rapinatori avevano appoggiato in faccia un cappello, impedendogli di guardare e di respirare. «Ad un certo punto hanno avuto paura che fosse morto e si sono avvicinati a lui – prosegue il racconto della Viora – gli hanno slegato i polsi e gli hanno dato da bere un po’ di acqua, poi lo hanno di nuovo legato. Anche io ho chiesto dell’acqua e, insistendo, me l’hanno data ma quando mi hanno di nuovo legato i polsi ho fatto in modo che il laccio rimanesse un po’ più largo».
Volevano la cassaforte
Mentre legavano di nuovo la donna, le hanno rubato l’orologio e la vera nuziale. «Il 25 giugno avremmo festeggiato 40 anni di matrimonio. Stesso giorno in cui si sono sposati mio padre e mia madre e mia figlia e mio genero».
Innervositi dalla ricerca che non produceva frutti, sono tornati in camera da letto e hanno cominciato a gridare contro l’uomo e la donna immobilizzati a letto chiedendo dove si trovasse la cassaforte. «Io gliel’ho detto, anzi mi sono anche offerta di accompagnarli, tanto era aperta e vuota. Abbiamo solo debiti e lavoriamo per tirare avanti da quando, due anni fa, abbiamo subito un gravissimo furto per svariate decine di migliaia di euro di danni. All’epoca ci portarono via tutto: dalle attrezzature della cucina ai coltelli e padelle, dagli utensili per la lavorazione dell’azienda al magazzino di rifornimenti alimentari. Persino le bomboniere di un matrimonio previsto per il giorno dopo si sono portati via».
Mentre urlavano contro i due, i ladri alzavano anche il materasso sul quale era coricata la coppia alla ricerca di denaro nascosto lì sotto.
La svolta
La svolta si è avuta quando uno di loro ha trovato un rotolo di 2 mila euro. «Io non sapevo neppure di avere quei soldi in casa. E’ stato mio figlio a dirmi, il giorno dopo, di aver cambiato le tante monetine che si erano accumulate negli anni in casa e nell’azienda. Sono stati la nostra fortuna. Se non li avessero trovati, non so come sarebbe andata a finire.
Dopo un’ora di inferno e sequestro, finalmente i tre se ne sono andati via.
«Con i denti sono riuscita a strapparmi il nastro adesivo e a liberarmi le mani – dice la donna mostrando ancora il largo livido sui polsi – e ho chiesto aiuto ritovando per fortuna il cordless che non avevano distruto come hanno fatto invece con i telefonini di casa.
I carabinieri sono arrivati subito insieme al 118 per le prime cure».
Maria Grazia, fin dalla mattinata successiva, si è rimessa al lavoro: c’erano pranzi prenotati e visite di scolaresche alla fattoria didattica già fissate. «Non potevo deludere i miei bambini, ma è difficile farsi scivolare addosso una paura come quella provata quella notte. Però ringrazio Dio che siamo ancora vivi e non ci hanno fatto male».
Il commento dell’onorevole Roberto Rosso
Sull’episodio è intervenuto anche l’onorevole Roberto Rosso, cugino della coppia che, in un comunicato ha commentato: «L’ho detto mille volte, dobbiamo dare più sicurezza agli italiani: basta delinquenti, basta paura».
Daniela Peira