Nel giorno del primo anniversario della morte di Giulia Cecchettin per mano del suo ex fidanzato, è arrivata la sentenza a carico di un uomo che solo per qualche millimetro non si è trasformato in un femminicida.
Il giudice Sparacino ha inflitto 8 anni e 4 mesi a Jovanov Vanco, l’uomo che a giugno di quest’anno ha accoltellato alla gola l’ex moglie, sorprendendola alle spalle.
Accusa di tentato omicidio con rito abbreviato gravato dalla premeditazione: alcune telecamere di sorveglianza pubbliche di cui la città di Canelli è ampiamente dotata, avevano registrato il passaggio dell’uomo vicino all’abitazione della sua ex, fin dall’alba di quel giorno.
Sempre a suo carico, inoltre, una precedente sentenza già passata in giudicato che prevedeva una condanna a 10 mesi per stalking, sempre nei confronti della donna.
Il movente va ricercato in una separazione fra i due non serena, nè dal punto di vista sentimentale, nè dal punto di vista economico.
L’imputato ha dichiarato che quel giorno aveva preso i numerosi farmaci previsti dalla terapia per il suo stato di salute mischiati ad alcolici. Per questo, difeso in aula dall’avvocato Invernizzi, ha dichiarato di ricordare molto poco dell’aggressione, sostenendo più volte che non voleva uccidere la moglie.
Eppure l’ha raggiunta quando lei gli girava la schiena e ha affondato la lama di un coltello nella gola, con tale violenza che la punta si è anche spezzata.
La donna ha sfiorato la morte, perchè per pochi millimetri non è stata recisa la giugulare. A salvare la donna anche il pronto intervento di medici ed infermieri di servizio alla Casa della Salute sul parcheggio del quale è avvenuto l’accoltellamento.
«Ancora oggi la donna porta pesanti conseguenze sia fisiche che psichiche di quanto accaduto – afferma Paolo Lanzavecchia, l’avvocato di parte civile – Ha ripreso la sua vita ordinaria dopo il ricovero ma l’impatto emotivo di questa aggressione è stato devastante. Ha sempre paura nonostante l’uomo sia in carcere e vive quotidianamente lo stress di sentirsi una “sopravvissuta”, quasi una “miracolata”».
Non ha nemmeno voluto presenziare alle udienze tanta è ancora la paura di trovarsi nella stessa stanza con l’ex.
La donna aveva già presentato denunce per gli atti persecutori dell’ex marito ma al momento dell’aggressione l’uomo non era oggetto di divieto di avvicinamento nè gli era stato imposto di indossare il braccialetto elettronico.
Il giudice ha anche disposto che Vanco versi una provvisionale di 20 mila euro alla donna come anticipo del risarcimento da liquidare con causa civile.
«Come ex sindaco e non come avvocato di parte civile – prosegue Lanzavecchia – vorrei sottolineare l’importante ruolo svolto dalle immagini delle telecamere cittadine durante le indagini a riprova della loro utilità».
Tribunale di Asti
- Redazione