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Tribunale di Asti

Canelli: condannata a 8 anni per la serie di furti, rapine e l’incendio di uno store in cui morì il titolare cinese

Un anno fa l’arresto della bracciante bulgara che aveva collezionato i colpi in una decina di giorni

Ad un anno dal suo arresto, stamattina si è chiuso in primo grado il processo a carico di Stanka Batashka, la donna di 36 anni, bracciante bulgara nelle vigne di Canelli, finita davanti al Gup Sparacino con un lungo elenco di imputazioni, compresa quella di morte in seguito ad altro reato di un commerciante cinese, Jie Hu, 35 anni.

La donna, difesa dall’avvocato Maria Montemagno, è stata condannata, al termine del rito abbreviato, ad 8 anni di reclusione; il pm Laura Deodato, che aveva condotto l’indagine, aveva chiesto a suo carico 9 anni e mezzo.

Il gup Sparacino ha anche disposto un risarcimento a favore di moglie e figli della vittima, che in Italia si faceva chiamare Davide, costituitisi parte civile con l’avvocato Ferruccio Calamari. Una cifra complessiva da stabilire in sede civile ma con una provvisionale di 70 mila euro.

Tutti i reati contestati alla donna si erano consumati in meno di 10 giorni e molti di essi erano stati commessi in provincia di Asti.

A partire dall’incendio del magazzino del Centro Calzaturiero ospitato al Castello Shopping Center. Con il carrello pieno, aveva provocato le fiamme in una parte di magazzino sotto i sensori antincendio: approfittando della confusione che derivava dall’allarme voleva fuggire senza pagare quanto messo nel carrello ed arraffare quanto presente in cassa.

Stesso modus operandi qualche giorno dopo all’Ipershop Express a Monticello d’Alba. Ma qui l’incendio era finito in tragedia perchè “Davide” era rientrato dal retro e, vedendo il fumo uscire dal suo magazzino, vi si era fiondato per verificare se ci fosse la moglie da salvare e per portare via documenti dell’azienda. Il fumo lo aveva intossicato e ucciso.

Sempre a Canelli, Stanka aveva rubato una borsetta dalla poltroncina di un negozio di abbigliamento, poi era entrata in un camerino per provare un vestito e svuotare la borsa di quanto contenesse di valore: contanti,bancomat, documenti di identità, cellulare.

Altro episodio grave quello denunciato a Cossano Belbo per la brutale rapina a casa di un’imprenditrice rimasta seriamente ferita al volto da Stanka che l’ha colpita con la macchina fotografica che aveva con sè. Fra le cose rubate anche la carta bancomat con la quale ha fatto acquisti per oltre mille euro.

Un’altra parte di accuse riguarda una serie di furti perpetrati a Loazzolo, nel giro di pochissimi giorni. Due di essi a casa di stranieri da cui, dopo aver infranto il vetro di una finestra per entrare, la donna ha portato via una chitarra, una macchinetta per il caffè, lenzuole, cosmetici, generi alimentari ma anche computer e fotocamere.

In un terzo frto, sempre a Loazzolo in Regione Marrone, si è portata via una motosega, due decespugliatori e pentole in acciaioi.

A chiudere la lista di reati un altro furto a Canelli, a casa di una famiglia di svedesi. Qui sono stati rubati un pc, una telecamera, orologi e passaporti.

Una condanna, quella a Stanka, che ha lasciato l’amaro in bocca alla famiglia del commerciante cinese morto nell’incendio da lei provocato. «Ritengo che 8 anni sia una condanna troppo mite – ha commentato l’avvocato Calamari – e non ritengo affatto giustificate le attenuanti generiche che le sono state concesse».

 

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