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Canelli: riapre il dormitorio per i vendemmiatori
Cronaca

Canelli: riapre il dormitorio per i vendemmiatori

Come sempre, in tanti si sono presentati alle porte del dormitorio nella speranza di ottenere uno dei 25 posti letto a disposizione

Ha riaperto i battenti il dormitorio pubblico di piazza Gioberti, a Canelli. La struttura gestita dagli operatori dell’associazione Caritas-Canelli Solidale in collaborazione con la cooperativa CrescereInsieme Onlus ha sede nei locali parrocchiali e per i prossimi mesi offrirà accoglienza ai lavoratori stagionali impiegati nella vendemmia sulle colline di Moscato e Barbera e provenienti da fuori. Come sempre, in tanti si sono presentati alle porte del dormitorio nella speranza di ottenere uno dei 25 posti letto a disposizione. A differenza degli anni passati, in cui i richiedenti erano per lo più bulgari o cittadini dell’Est Europa, quest’anno si assiste ad un sensibile incremento dei lavoratori di origine africana, quasi tutti richiedenti asilo, fuoriusciti dai progetti di accoglienza Sprar del Ministero dell’Interno o provenienti dai Cas gestiti in provincia e non solo.

«E’ una novità per noi, perché negli ultimi anni, così come riportato anche dalla stampa locale e nazionale, l’emergenza interessava i cittadini dell’Est. Oggi, non è più così e registriamo un numero sensibilmente inferiore di bulgari e macedoni» spiega Claudio Riccabone della Caritas. A confermarlo i numeri: delle 48 persone che mercoledì si sono presentate per chiedere un posto letto, solo una decina erano di nazionalità bulgara o macedone. Tutti gli altri, per lo più ragazzi sui 20 e 30 anni, provenivano da mezzo continente africano: Senegal, Mali, Nigeria, Costa d’Avorio e Gambia. Per ciascuno di loro la speranza di guadagnare qualche soldo nel periodo della vendemmia, così da lasciare l’Italia per un Paese maggiormente appetibile come Inghilterra, Francia o Germania.

«Per l’assegnazione dei posti letto abbiamo cercato di stilare una graduatoria equa – spiega Riccabone – Valutiamo la condizione famigliare, la presenza di figli minori, l’età e il possesso di un automobile». L’anno scorso al dormitorio erano transitate una sessantina di persone perché non tutti rimangono per l’intero periodo della raccolta. Quelli che non riescono ad ottenere un ingaggio si spostano verso altri territori. A ciascuno di loro la Caritas chiede documenti e dati anagrafici al momento della registrazione per l’inserimento in graduatoria. Chi non ha il visto in regola non viene accettato e nonostante le regole precise degli operatori qualche momento di tensione si è comunque registrato tra coloro rimasti scartati al momento dell’assegnazione.

«Chi non trova un posto da noi, decide di bivaccare nelle campagne o alla stazione ferroviaria. Il problema è ben lungi dall’essere risolto» conclude Riccabone.

Lucia Pignari

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