Tre arresti e un ricercato
Una vicenda dai contorni violentissimi quella che ieri ha portato all’arresto di due italiani ed un albanese da parte dei carabinieri della Compagnia di Canelli. Un quarto componente della “banda” è attualmente ricercato all’estero, segnatamente in Germania dove sono stati intercettati i suoi movimenti. Le loro identità non sono state svelate, si sa solo che hanno tutti una quarantina d’anni.
Le accuse, a loro carico, sono pesantissime: estorsione, rapina, spaccio e lesioni gravi. Un elenco di reati per tradurre in linguaggio giudiziario la violenza e l’efferatezza con la quale si sono imposti sulla piazza di spaccio di cocaina canellese e con la quale intendevano “farsi rispettare”.
Per i loro clienti che non potevano saldare i debiti, i guai erano serissimi.
Una donna ha anche tentato il suicidio
Lo sa bene una donna di 37 anni, di Canelli, che questa estate ha tentato il suicidio pur di sfuggire alla persecuzione dei suoi venditori di cocaina.
Salvata in extremis dai carabinieri, nonostante quanto aveva subito, non ebbe il coraggio di denunciare quanto le stava accadendo e aveva giustificato il suo insano gesto con un generico problema di debiti.
Sono stati gli uomini del capitano Alessandro Caprio a dover ricostruire il contesto nel quale è maturato il tentativo di suicidio fino ad arrivare alla sconcertante verità: la donna era in debito con i suoi spacciatori e questi ultimi non le davano tregua.
Le hanno spaccato i denti e le costole
Partendo da continue telefonate intimidatorie per spingerla a saldare il conto e passando dalle minacce di morte fino al culmine: un’aggressione in casa sua dove è stata spinta, sbattuta contro i muri, presa violentemente a calci. Nel pestaggio la donna ha riportato la frattura di 12 denti, un taglio alla tempia, svariate costole incrinate oltre ad altre lesioni dovute ai calci.
E allargando l’indagine, i carabinieri hanno scoperto che non si trattava di un trattamento riservato solo a lei, ma a tutti i clienti che pensavano di continuare a rifornirsi senza saldare i debiti.
Un’indagine che è durata un mese e non oltre, perchè era necessario, come ha ribadito il comandante provinciale tenente colonnello Pierantonio Breda, fermare la furia di queste persone.
Spacciavano solo cocaina
Nei 30 giorni in cui la banda di spacciatori è stata nel mirino delle intercettazioni e dei pedinamenti, sono state monitorate e documentate oltre 70 cessioni di droga, esclusivamente cocaina, sia a Canelli che in altri paesi limitrofi come Nizza, Montegrosso e più in là come Alessandria e Imperia.
Un giro di spaccio “efficiente” che si avvaleva dell’estrema mobilità degli spacciatori i quali prendevano appuntamento con i clienti via telefono, con l’uso di parole in codice come “cacciaviti”, “palloni”, “coca-cola”, “pizze”. Insospettabili i loro clienti, facenti parte della classe media della città.
Fra spaccio e spedizioni punitive di recupero crediti, è bastato un mese agli inquirenti per saggiarne la pericolosità e nonostante l’incensuratezza di tre dei quattro arrestati, il gip del tribunale di Asti, su richiesta del pm Greco, ha autorizzato le custodie cautelari in carcere.
Le manette sono scattate ieri mattina in una vasta operazione denominata “Crossover” che ha portato anche ad eseguire 6 perquisizioni nel corso delle quali sono stati rinvenuti 3 etti di marijuana, un bilancino di precisione e l’occorrente per coltivarla oltre ad un’Alfa Giulietta risultata rubata a Torino il mese scorso.