Ha riguardato anche la provincia di Asti la vasta operazione “Sabaudus” dei carabinieri forestali di Cuneo alla ricerca di bocconi avvelenati.
Insieme ai forestali, anche 13 canti anti veleno arrivati da varie regioni italiane per condurre in simultanea un controllo che ha riguardato la provincia di Cuneo, quella di Asti e quella di Savona.
Sono state compiute 41 ispezioni e battuti circa 150 chilometri di piste. Nella nostra provincia sono state controllate aree nei comuni di Calosso, Celle Enomondo, Cerreto, Montafia, Nizza Monferrato.
Nell’Astigiano, solo nell’ultimo anno, l’Istituto Zooprofilattico ha confermato 7 casi di avvelenamento da esche.
«I target sono stati individuati sulla base delle problematiche sottese al fenomeno del rilascio dei bocconi avvelenati – spiegano dal comando carabinieri forestali del Piemonte – A qeusti infatti ricorrono soggetti malintenzionati che intendono “liberare” le aree di caccia dai predatori, lupi in primis, oppure i pascoli per evitare attacchi. Una terza fattispecie è quella relativa all’ambito dei cercatori di tartufi per rivalità interne. Infatti, a subire le conseguenze di tali pratiche non sono solo i predatori selvatici presenti in natura, ma anche i cani domestici come quelli da tartufi o da pastore e i cani che vengono semplicemente portati a passeggio».
Per limitare questi gesti, l’Arma dei Carabinieri può contare sull’elevata specialità dei cinofili anti-veleno capaci di ricercare esche e bocconi e bonificare dunque le aree a rischio.
Sempre i carabinieri forestali ricordano che il rilascio di bocconi avvelenati costituisce un reato con pena prevista da 4 mesi a 2 anni.