Tutta Italia è ancora sgomenta di quanto accaduto a Castel d’Azzano, provincia di Verona, dove hanno perso la vita tre carabinieri in un’esplosione innescata dai tre fratelli occupanti un vecchio casolare in via di sgombero, ma ad Asti c’è una famiglia che si è vista sfiorare da questa tragedia.
E’ quella di Nicolò Comin, comandante della squadra Sos di Genova (squadra operativa di supporto) che era presente con i suoi uomini in ausilio agli altri colleghi incaricati della perquisizione che avrebbe preceduto allo sgombero.
Nicolò, 37 anni, è figlio di Gino e Lauretta Musso, titolari dello storico Colorificio Musso di corso Alfieri, di fronte al Battistero di San Pietro. Il figlio vive a Genova ed è padre da pochi mesi di una bimba.
«Ci siamo spaventati perché ci ha chiamati nel cuore della notte fra lunedì e martedì, intorno alle 3 e mezza – racconta il padre Gino – Ci ha solo detto di non preoccuparci, che era in ospedale ma stava bene, non aveva nulla di grave, spiegandoci molto sinteticamente cosa fosse successo. Lo ha fatto per evitare che apprendessimo la notizia dai telegiornali del mattino. Anche perché noi sapevamo che lui era lì a Verona, ce lo aveva detto domenica, quando è partito con la sua squadra».
Comin era sulla scena dell’esplosione, insieme ai colleghi delle Sos di Mestre e le Api di Padova, tutti convocati data l’alta pericolosità dell’intervento che andavano a fare. I due fratelli e la sorella che occupavano il casolare, già in precedenza si erano opposti agli accessi mostrando bombole del gas e minacciando atti estremi.
«Non so nei dettagli, ma mio figlio era presente davanti alla casa, a pochi metri, tanto che è stato investito in pieno dall’onda d’urto provocata dall’esplosione – prosegue Gino – Le ferite che ha riportato sono infatti quasi tutte dal fatto che è stato spinto in fuori ed è rotolato in mezzo a tutto quello che si trovava sulla traiettoria. Oltre ad una scheggia che si è conficcata nella mandibola. Lo hanno portato all’ospedale Negrar e sottoposto a tutti gli esami. Per fortuna nulla di grave. Ieri è stato dimesso ed ha già fatto ritorno a Genova, a casa dalla sua famiglia».
(Foto tratta da La Cronaca di Verona)