Un'altra donna vittima della furia omicida. Anche lei sopraffatta dalle ferite provocate dalla lama di un coltello Anna Carlucci, 47 anni, mamma di un bambino di dieci anni, è stata uccisa lo
Un'altra donna vittima della furia omicida. Anche lei sopraffatta dalle ferite provocate dalla lama di un coltello Anna Carlucci, 47 anni, mamma di un bambino di dieci anni, è stata uccisa lo scorso 14 settembre da 15 coltellate, inferte con un coltello da cucina, nella sua casa. Quando i carabinieri sono arrivati, allertati da una vicina che aveva sentito le urla, hanno trovato il padre chiuso fuori dall'appartamento, ferito anch'egli da una coltellata alla mano, e, al suo interno, il marito, Rahhal Fantasse, marocchino di 40 anni. E' accaduto in via Novello, traversa di via Torchio, alla periferia della città. La donna era in fin di vita, stesa sul pavimento nell'atrio dell'appartamento: è arrivata l'ambulanza del 118, ma i soccorsi nulla hanno potuto fare per salvarle la vita, a causa delle gravi ferite che l'hanno raggiunta in varie parti del corpo, tra cui anche al volto. L'uomo, che si era già cambiato d'abito, è stato subito arrestato. Dissidi all'interno della coppia, forse a causa di gelosie, sarebbero all'origine dell'uxoricidio.
Ma la cronaca di settembre si è ancora occupata di altre due donne uccise nell'Astigiano: Elena Ceste e Maria Luisa Fassi. Per quanto riguarda la prima, a metà mese è arrivata la pesante richiesta di condanna a 30 anni di reclusione (già al netto dello sconto per la scelta del rito abbreviato) avanzata dal pm Deodato nel processo contro Michele Buoninconti, marito della donna. La pubblica accusa non ha alcun dubbio sul fatto che sia stato lui ad ucciderla. Nella stessa udienza, le parti civili che rappresentano la famiglia di Elena e i figli della coppia, hanno presentato un salatissimo conto di risarcimento danni: poco meno di 3 milioni di euro.
A oltre due mesi dal suo arresto Pasqualino Folletto, reo confesso dell'omicidio della tabaccaia di corso Volta, ha chiesto di parlare con il pm Tarditi. Gli ha spiegato la sua dipendenza dal gioco d'azzardo di piccolo cabotaggio che gli prosciugava fino a metà stipendio e ha cercato di difendersi sul furto dei Gratta & Vinci dopo l'omicidio dicendo che ne ha presi molti di meno di quanti denunciati.
m.m.t. e d.p.