Presentato il nono dossier delle criticità delle carceri in Piemonte dal Garante regionale dei detenuti Bruno Mellano con il coordinamento dei Garanti comunali che, per la Casa di Reclusione di Asti è Paola Ferlauto.
La scheda relativa al carcere di Asti rivela che al 28 dicembre l’istituto, a fronte di una capienza dichiarata di 205 persone, ospitava 251 detenuti dei quali 22 nella sezione di media sicurezza e gli altri 239 nelle sezioni di alta sicurezza dove 40 di loro sono condannati all’ergastolo e gli altri condannati a pene dai 20 ai 30 anni di reclusione. Di questi, circa 70 sono adibiti mensilmente a turnazione ai lavori domestici ed altrettanti sono impegnati in attività scolastiche e corsi professionali.
E’ stata ipotizzata la realizzazione di un laboratorio di panificazione che potrà occupare inizialmente 6 o 7 detenuti ma servono nuove attività per aumentare questo numero ma er farlo serve la ristrutturazione di altri spazi per ulteriori laboratori.
E questo è uno dei problemi segnalati nel dossier.
Infatti si registra una cronica carenza di spazi da dedicare allo svolgimento delle cosiddette attività trattamentali, quelle che riguardano formazione e lavoro necessariamente interni alla struttura, vista la natura delle lunghe condanne dei detenuti cui sono destinate. Detenuti che raramente possono beneficiare di permessi e autorizzazioni a lavori esterni.
Da anni si segnala la necessità di individuare nuovi spazi dentro la struttura per attività lavorative da concordarsi con il tessuto produttivo del territorio da coinvolgere nei progetti.
Ma è l’intera struttura, che risale agli Anni Novanta, a necessitare di interventi di ristrutturazione: dai tetti piani di alcune zone che vanno rifatti perché lasciano infiltrare l’acqua piovana alle sezioni dei piani più alti che, d’estate, sono invivibili per le temperature elevate in aumento a partire dalle estati degli ultimi anni.
I locali riservati alle docce vanno ristrutturate perché da anni, a causa del sovraffollamento della struttura, sono logorati dall’utilizzo e sarebbe necessario un intervento massiccio oltre alla necessità di portare l’acqua calda anche nelle celle.
In compenso continuano a non essere utilizzate le stanze sopra l’area dell’infermeria (questione già segnalata nei precedenti dossier) nonostante le esigenze di poter usare nuovi locali. La direzione ha spiegato che il loro non utilizzo è legato a carenza di personale di sorveglianza, ma la proposta del Garante è quello di installare un sistema di videosorveglianza che potrebbe sopperire alle esigenze di sicurezza e contemporaneamente rendere fruibili spazi preziosi.
«Purtroppo – si legge ancora nel dossier – neppure quest’anno c’è stato un uso coerente della sala hobby e del campetto da calcio oltre al fatto che non si usa l’area giochi esterna attrezzata e pensata per i colloqui dei detenuti con i figli minori. Per renderla agibile era previsto il posizionamento di telecamere per il controllo dei detenuti e dei famigliari. Inutilizzate anche alcune importanti attrezzature acquisite già anni fa per la cernita, il lavaggio e l’insacchettamento di frutta verdura e insalata coltivate nei cortili interni del carcere. Un macchinario di eccellenza che non è mai entrato in funzione e finisce per occupare uno dei pochi locali destinati a lavorazioni interne».
Un pensiero il Garante lo ha avuto anche per le famiglie che fanno visita ai detenuti. Perché l’area esterna all’ingresso in istituto continua ad offrire una sola panchina per mesi coperta da erbacce e per un lungo periodo anche transennata per pericolo di caduta rami. I parenti in visita, a tutt’oggi, “bivaccano” all’esterno in attesa del turno di ingresso prenotato sotto il sole o al freddo o, peggio, sotto la pioggia.