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Cronaca

Riprende l’udienza sul caso Ceste
Buoninconti rischia fino a 30 anni

Giro di boa per il processo a carico di Michele Buoninconti che oggi, mercoledì, tornerà di fronte al giudice Roberto Amerio per ascoltare, tutte insieme, le accuse che gli vengono rivolte in riferimento alla morte della moglie Elena Ceste. Infatti, esaurita la parte tecnica che riguardava il confronto fra i consulenti di accusa e difesa, domani la parola passerà al pm Deodato e agli avvocati di parte civile per formulare…

Giro di boa per il processo a carico di Michele Buoninconti che oggi, mercoledì, tornerà di fronte al giudice Roberto Amerio per ascoltare, tutte insieme, le accuse che gli vengono rivolte in riferimento alla morte della moglie Elena Ceste. Infatti, esaurita la parte tecnica che riguardava il confronto fra i consulenti di accusa e difesa, domani la parola passerà al pm Deodato e agli avvocati di parte civile per formulare le loro conclusioni. Facile intuire che la pubblica accusa chiederà una severa sentenza di condanna, dopo oltre un anno di intense ed impegnative indagini raccolte in decine di faldoni di intercettazioni ambientali, telefoniche, accertamenti tecnici, autopsia, relazioni, profili. Altrettanto facile prevedere che anche le parti civili si assoceranno a questa richiesta.

Buoninconti è accusato di omicidio volontario della moglie ed occultamento del suo cadavere e lui ha scelto di essere processato con il rito abbreviato. Una decisione che non cambia nulla in caso di assoluzione, ma che gli assicura un vantaggio in caso di condanna, con uno sconto di un terzo della pena. Considerando che la pena base per i reati che gli sono contestati è l'ergastolo, la Cassazione ha stabilito che l'abbattimento della pena per la scelta del rito porta ad un saldo finale di 30 anni. Questo sulla carta, fatte salve tutte le altre valutazioni che il pm farà domani prima di arrivare alla sua richiesta.
Finora, nelle precedenti udienze, Michele non ha mai fatto dichiarazioni spontanee ma è probabile che, in questo momento finale del processo, voglia rivolgersi direttamente al giudice per raccontare la sua versione dei fatti e per ribattere su quanto ascoltato finora in aula.

A far pendere la bilancia della giustizia dalla parte di Michele toccherà a due avvocati, Scolari di Ivrea e Marazzita di Roma, che per la prima volta partecipano al processo essendo stati nominati entrambi dopo l'ultima udienza di luglio: Michele ha revocato il mandato ai precedenti difensori Tortoroglio e Girola a favore dei due nuovi legali. Un cambiamento radicale rispetto al primo collegio difensivo rappresentato dagli avvocati Girola e Masoero che avevano disposto i primi accertamenti logistici, compresa la cosiddetta "prova del manichino".

Daniela Peira

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