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Cronaca

Caso Ceste, l’amico di Michele
a processo per un fax

Stesso giudice, Roberto Amerio, e stesso pm, la dottoressa Laura Deodato del processo a Buoninconti per quello che si è aperto ieri a carico di Sandro Caruso, uno degli amici di Michele che più si

Stesso giudice, Roberto Amerio, e stesso pm, la dottoressa Laura Deodato del processo a Buoninconti per quello che si è aperto ieri a carico di Sandro Caruso, uno degli amici di Michele che più si è speso per riabilitare la figura dell'uomo condannato a trent'anni per l'omicidio della moglie, Elena Ceste.
Caruso e sua moglie, invece, sono accusati di minaccia aggravata nei confronti di uno degli avvocati che, in questo anno che sta finendo, ha preso le difese di Michele.

Si tratta dell'avvocato Massimo Tortoroglio, di Santo Stefano Belbo, che era subentrato ad Alberto Masoero, nominato d'ufficio insieme alla collega Chiara Girola all'atto di notifica dell'avviso di garanzia a Michele l'indomani del ritrovamento del corpo della moglie, ad ottobre del 2014. Era stato lo stesso Buoninconti, per divergenze riguardanti l'opportunità di fare alcune consulenze, a revocare in primavera il mandato a Masoero (che oggi difende Caruso in questo processo) per sostituirlo con Tortoroglio. Non una scelta casuale, visto che il difensore è marito della dirigente scolastica dell'istituto frequentato da uno dei figli.

Caruso e la moglie sono accusati di minaccia aggravata per un fax che hanno inviato a Tortoroglio in cui gli chiedevano di disdire il mandato altrimenti lo avrebbero denunciato all'Ordine. «Noi pensiamo di poter dimostrare che quella frase non è stata affatto dettata da un animo minatorio e persecutorio – ha commentato l'avvocato Masoero all'uscita dall'udienza di ieri mattina nella quale hanno deposto Tortoroglio (non più difensore di Michele da luglio) e la moglie – Ancor più perchè abbiamo prodotto il carteggio intercorso fra la donna e Buoninconti e i colloqui avuti sull'andamento scolastico dei figli. Incontri e lettere in cui, ad una richiesta di Michele di volersi consultare con qualcuno per la sua situazione giudiziaria, la donna rispondeva dichiarando la disponibilità del marito a dargli consigli e a prendere in mano la questione».

La difesa, per contestare l'aggravante della minaccia dettata dall'aver usato a firma del fax il nome del gruppo di fb "Stop all'accanimento mediatico contro Michele" ha chiesto di acquisire dvd di interviste e articoli di giornali in cui si parlava di questo gruppo che non era nè segreto, nè anonimo. E oggi, martedì, a tornare al tribunale di Asti, tocca di nuovo a Michele per il processo contro l'aggressione ad una troupe incaricata di girare un servizio per Porta a porta.

d.p.

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