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200 anni fa l’arrivo dei carabinieri ad Asti
Cronaca

200 anni fa l’arrivo dei carabinieri ad Asti

I Carabinieri arrivarono ad Asti martedì 15 novembre 1814, come ricorda l'abate Stefano Incisa fra le mille altre utilissime annotazioni del suo "Giornale d'Asti": dopo le consuete

I Carabinieri arrivarono ad Asti martedì 15 novembre 1814, come ricorda l'abate Stefano Incisa fra le mille altre utilissime annotazioni del suo "Giornale d'Asti": dopo le consuete annotazioni meteorologiche, Incisa scrive che "il Monastero del Gesù fu destinato a ricevere altra truppa ed una porzione fu destinata per quartiere ai Carabinieri Reali, detti altre volte Gendarmi, e sonosi collocati nella manica di detto monastero verso occidente, essendosi diviso un braccio del chiostro ed una parte delle corte".

Nel Monastero del Gesù i Carabinieri rimasero per quindici anni, quando si trasferirono al n. 44 nella stessa via (oggi intitolata a Giosuè Carducci), in un edificio di proprietà del Seminario Vescovile. Cent'anni dopo, nel 1930, ci fu un nuovo spostamento e la sede passò in via Natta; nel 1966 i Carabinieri si trasferirono in via Zangrandi, che lasciarono nuovamente nel dicembre 2010 per trasferirsi nell'attuale sede, più moderna e funzionale, di piazza Cosma Manera, anch'egli Carabiniere. Al momento del loro insediamento in Asti i Carabinieri Reali furono organizzati in una Luogotenenza, retta da un Luogotenente, con un Brigadiere a cavallo e otto Carabinieri a cavallo; dalla Luogotenenza dipendevano dieci Stazioni, per un totale complessivo di circa quaranta Carabinieri per l'intera giurisdizione.

L'impegno dei Carabinieri fu subito notevole e si applicò, oltre che all'ordine pubblico, anche alla lotta ai "bandì", i briganti che infestavano il territorio astigiano: nel 1829 il brigadiere Giuseppe Revello catturò il "brigante Adriano", ma nell'episodio persero la vita due Carabinieri. Nel 1847 il tenente Formenti arrestò il "Romanino", di forza erculea e tiratore abilissimo, mentre nel 1849 furono catturati i 17 membri della "banda Artusio", che infestava le campagne. Il lavoro non mancava, anche perché il Circondario di Asti era piuttosto turbolento: l'11 marzo 1866 una pubblicazione ufficiale (relativa agli arresti e ai reati compiuti nell'Astigiano nel 4° trimestre del 1865) dichiarava 347 reati e 300 arresti.

Erano soprattutto i furti, di ogni genere, ad essere frequentissimi, come testimonia la cronaca del "Cittadino" del 9 ottobre 1891, a proposito di un episodio curioso: "Mentre certi G.T. di Canelli e C.F. da Alessandria tranquillamente nel pomeriggio del 25 corr. stavano appiattati dietro un cespuglio sulle fini di Mongardino mangiando dei polli che loro costavano la sola fatica della appropriazione, due carabinieri, attratti dal grato sapore, li sorprendevano, conducendoli poscia nelle carceri di Rocca d'Arazzo a digerirli."

Gli astigiani ricorrevano frequentemente all'uso del coltello, per cui morti e feriti in risse erano frequenti: la popolazione richiedeva alle autorità maggiore tutela, cosicchè il 12 ottobre 1866 "Il Cittadino" scriveva che "si deve insistere presso il governo perché abbia ad aumentare il numero dei Carabinieri e delle Guardie ?". Per fortuna funzionava bene il coordinamento fra le forze di polizia, tanto che nel "Rapporto semestrale della sottoprefettura" del 5 luglio 1880, si scriveva al prefetto di Alessandria: "Sicurezza pubblica: In questo capoluogo il servizio di pulizia preventiva e giudiziaria procede bene e con vantaggio. Questo fatto torna a lode dell'Uff. di Pubblica Sicurezza, a quello dei Reali Carabinieri ed a quello delle Guardie Municipali."
La richiesta di un più forte presidio di Carabinieri iniziò nel 1886 e fu esaudita solo nel 1906, quando la Tenenza di Asti passò a livello di Compagnia.

Renato Romagnoli

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