Inutile aspettarsi risposte certe dai poveri resti di Elena Ceste. L'autopsia, iniziata ad una settimana dal ritrovamento del corpo in avanzato stato di decomposizione nel rio Mersa nella valle di
Inutile aspettarsi risposte certe dai poveri resti di Elena Ceste. L'autopsia, iniziata ad una settimana dal ritrovamento del corpo in avanzato stato di decomposizione nel rio Mersa nella valle di Motta di Costigliole, è conclusa da tempo e anche gli ultimi esiti tossicologici sono arrivati e sono completamente negativi.
A confermarlo è il dottor Roberto Testi, noto medico legale incaricato dai genitori e dalla sorella di Elena, che, pur mantenendo il riserbo sui referti e sulla relazione finale, ritiene che quel corpo, non più oggetto di indagine autoptica, è nelle condizioni di essere restituito ai famigliari per la celebrazione dei funerali dopo il nulla osta della Procura. «Al di là della presunta data della morte, della ricerca di segni di violenza evidente (come fratture, fori di proiettili, lesioni ossee da armi da taglio o contundenti) e l'eventuale presenza di sostanze tossiche (già esclusa dagli esiti di tale esame), di più «non si può pretendere da un corpo in tale stato di decomposizione come quello della signora Ceste».
E, dunque, come è morta? «Il medico legale italiano è paragonabile, seppure per via approssimativa, alla figura del coroner americano e come lui lavora per stabilire come è morta una persona. Le ipotesi sono tre: suicidio, omicidio o fatto accidentale. Oppure, quando non è possibile stabilire nessuna di queste tre cause di morte, ci si deve arrendere al fatto che la causa di morte non è determinabile dall'autopsia. E quest'ultimo è il caso della Ceste». Il dottor Testi lavora su incarico della famiglia di origine della vittima che, finora, non ha mai preso posizione nei confronti del marito, Michele Buoninconti, unico indagato per la morte della madre dei suoi quattro figli.
Quando gli viene chiesto se secondo lui è stato il marito, la risposta non è così scontata. Aspettandosi un "toccherà agli inquirenti provarlo oppure no", ci si sente invece rispondere con i numeri: «Statisticamente il marito è il colpevole più probabile». I dati più recenti sui femminicidi sono quelli riferiti all'anno 2013 che vede un aumento del 16% degli omicidi di donne in ambito familiare e in 7 casi su 10 il colpevole è proprio il marito, il compagno, il fidanzato (o ex). Il 2014 potrebbe dunque chiudersi con i funerali di Elena ancora da celebrare, con quello straziante addio rinviato al nuovo anno, a pochi giorni dal primo anniversario della sua scomparsa.
Daniela Peira