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Caso Pepe Nero, non chiesero soldial ristoratore: assolti
Cronaca

Caso Pepe Nero, non chiesero soldi
al ristoratore: assolti

Assolti dall’accusa di estorsione. Saimir Cepa, 23 anni, e Gezim Kasa, 19 anni, entrambi di origine albanese, erano stati arrestati nel dicembre 2011 dai carabinieri, finendo in una trappola

Assolti dall’accusa di estorsione. Saimir Cepa, 23 anni, e Gezim Kasa, 19 anni, entrambi di origine albanese, erano stati arrestati nel dicembre 2011 dai carabinieri, finendo in una trappola preparata dagli stessi militari. Erano accusati di estorsione, tentata e consumata, nei confronti del titolare del ristorante “Pepe nero” di Isola, in corso Volpini. Difesi dall’avvocato astigiano Marco Calosso, nei giorni scorsi hanno ottenuto l’assoluzione nel processo che li vedeva imputati: «Un reato grave, per il quale rischiavano una condanna fino a dieci anni: sono stati invece assolti sia per la tentata estorsione, sia per l’estorsione consumata», spiega Calosso.

L’ipotesi era che i due si fossero fatti consegnare in più occasioni denaro dal ristoratore, originario di Chieri, e la sera dell’arresto i carabinieri della stazione di Castagnole Lanze e i colleghi del Radiomobile della Compagnia di Canelli li avevano attesi, nascosti all’interno della pizzeria. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quella sera, erano stati nel locale per farsi consegnare il denaro, ma se ne erano andati dopo essere stati invitati a tornare più tardi per risolvere la questione. A quel punto era pronta la trappola, con i momenti concitati che seguirono, fino alla violenta collutazione e all’arresto. Il titolare del ristorante isolano aveva anche raccontato che i due giovani avevano effettuato alcuni lavori nell’intervento di ristrutturazione del locale.

Cepa e Kasa hanno dovuto affrontare anche altre accuse, oltre a quella di estorsione, per le quali sono stati condannati: 4 mesi con la condizionale per Kasa per il reato di resistenza a pubblico ufficiale; 10 mesi con la sospensione condizionale per Cepa per i reati di resistenza, lesioni e porto d’armi (perché avrebbe avuto con sé, nascosto in una tasca, un tondino in ferro).

Marta Martiner Testa

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