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«Ce l'aveva con tutti, abbiamo paura»Nel condominio dell'omicidio
Cronaca

«Ce l'aveva con tutti, abbiamo paura»
Nel condominio dell'omicidio

Martedì mattina, intorno alle 7,10, il signor Bruno ha sentito gli spari. Era da poco arrivato nella sua edicola (situata poco distante dal civico 336 dove è avvenuto l’omicidio) e stava

Martedì mattina, intorno alle 7,10, il signor Bruno ha sentito gli spari. Era da poco arrivato nella sua edicola (situata poco distante dal civico 336 dove è avvenuto l’omicidio) e stava sistemando giornali e riviste. «Ho capito subito che erano colpi di pistola: ne ho sentiti prima due, ben distinti, e poi un terzo. Calogero detto Lillo, la vittima, la conoscevo da quarant’anni, era una brava persona. Meno male che la moglie è riuscita a scansarsi altrimenti Isidoro avrebbe ucciso anche lei». Su questo tratto di corso Alfieri Calogero e Isidoro erano conosciuti da tutti. Ora però c’è poca voglia di parlare di loro con i giornalisti anche se Marco del Barcelona Bar, al numero 332, ricorda bene Lillo, colui che è stato ucciso: «Veniva sovente a prendere il caffè qui con un suo amico ed era un uomo di poche parole.

Isidoro, invece, passava più raramente ma spesso solo per lamentarsi degli altri condomini e mi diceva che avevo fatto male a mettere il bar qui perché la gente del palazzo non aveva rispetto per nessuno e che ognuno faceva cosa voleva». A fianco c’è la Gelateria Il Muretto. Il proprietario Luciano incontrava in cortile Isidoro, l’omicida, che «si lamentava con tutti di tutto, dai bidoni della spazzatura ai posti auto. Certo che mai avrei immaginato che potesse prendere una pistola e sparare».

Alla libreria Il Pellicano così come dalla fiorista Tiziana non raccogliamo nessuna testimonianza significativa poiché in questi due esercizi commerciali i protagonisti di questo fatto di cronaca erano conosciuti soltanto di vista. Invece un condomino, che preferisce restare anonimo, ricorda Calogero come una persona disponibile e generosa, sempre con il sorriso sulle labbra: «la sera precedente al delitto l’ho visto con un paio di amici al dehor del bar Al Volo e, poco dopo, ho visto pure Isidoro che tornava a casa con un atteggiamento circospetto. Adesso io ho paura perché se torna a casa, quello è capace di sparare ancora e non vorrei essere io il prossimo nel mirino. Sono terrorizzato anche perché credo avesse pianificato lucidamente il delitto. Ce l’aveva con il mondo intero».

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