La novità sulla lettura della morte di Elena Ceste è contenuta nelle ultime pagine del corposo ricorso alla Corte d'Assise d'Appello di Torino depositata ieri mattina dall'avvocato
La novità sulla lettura della morte di Elena Ceste è contenuta nelle ultime pagine del corposo ricorso alla Corte d'Assise d'Appello di Torino depositata ieri mattina dall'avvocato Scolari, difensore di Michele Buoninconti. Al termine di una lunga analisi sulle possibili cause della morte della donna, la difesa contesta quanto affermato dal medico legale incaricato dal pm, la dottoressa Gugliuzza che, insieme al dottor Romanazzi ha lavorato al caso.
La specialista ha affermato che Elena non può essere caduta nel rio per mancanza di fratture rilevate dall'autopsia. Ma una foto allegata alla relazione autoptica, secondo la difesa, direbbe il contrario: è un primo piano dell'osso sacro che, ad un'analisi fotografica, risulterebbe portare una frattura. Tale frattura potrebbe essere stata riportata dalla donna proprio in una caduta nel rio durante il suo vagare e potrebbe essere stata la ragione per la quale non è riuscita più a risalire le sponde del corso d'acqua facendosi cogliere dalla morte per assideramento.
Questo sarà un argomento forte sul quale Scolari e il collega romano Marazzita insisteranno nell'udienza d'appello che deve ancora essere fissata. Un altro tentativo per arrivare ad uno spostamento della responsabilità dal marito Michele ad una tragica fatalità seguita ad una crisi psicotica della donna.
d.p.