Imputato è il noto commercialista astigiano Vito Sorgente, accusato in concorso con decine di suoi clienti per il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti
Due ore e mezza di requisitoria e una richiesta di pena finale di 7 anni tondi tondi insieme ad una serie di pene accessorie fra le quali l’incapacità di contrarre incarichi con la Pubblica amministrazione per tre anni e l’interdizione dalla professione di commercialista, sempre per tre anni. Il tutto al netto di una serie di richieste di assoluzione per prescrizione del reato, fatte a denti stretti dal pm Tarditi che da quattro anni lavora al complesso fascicolo.
Imputato è il noto commercialista astigiano Vito Sorgente, accusato in concorso con decine di suoi clienti per il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Un’unica accusa che ha preso però tre strade differenti: due processi in corso al tribunale di Asti (del quale il primo, quello condotto dal giudice Carena, si sta avviando a conclusione) e uno già terminato a Torino, a causa dello stralcio avvenuto per competenza territoriale trattandosi di un’azienda del Torinese.
Ed è partito proprio da questo terzo stralcio, il pm Tarditi per la sua requisitoria, informando il giudice della condanna ad 1 anno e 2 mesi inflitta appena due mesi fa a Sorgente per le stesse accuse per il quale è sotto processo ad Asti.
Una condanna recente che non potrà non essere presa in considerazione dal giudice astigiano.
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Daniela Peira