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Cronaca

Come si avvertono i famigliari
dopo un decesso sulla strada

Ci sono appositi manuali e corsi per gli agenti delle forze dell'ordine cui viene demandato il compito di avvertire i parenti delle vittime. Non ci sono regole prestabilite, ma l'importante è avere vicino un parente o un conoscente della famiglia che dia un sostegno psicologico. Se la cattiva notizia dev'essere portata ad un anziano, si chiede il supporto degli operatori sanitari

«Sulla scena di un incidente stradale mortale appena avvenuto, la preoccupazione per i familiari delle vittime assume un’importanza e una priorità pressoché pari a quella dell’effettuazione dei rilievi». A sottolinearlo è l’Ufficio di Gabinetto della Questura cittadina, che nei giorni scorsi ha diffuso la notizia della presentazione alla Scuola superiore di Polizia delle linee guida del Progetto Chirone, «un manuale dedicato agli operatori di polizia volto ad assicurare un più attento e consapevole approccio alle vittime degli incidenti sulle strade e sui binari». Si tratta di un progetto che mira ad identificare un nuovo ruolo del poliziotto della Stradale e della Ferroviaria di vicinanza alle vittime e ai loro familiari.

Ponendo l’attenzione allo stesso tempo anche all’aspetto dell’esposizione continua degli operatori di polizia al dolore delle vittime. Come Chirone, che nella mitologia greca era il Centauro più saggio e compassionevole, esperto nella medicina e sempre pronto a intervenire in aiuto del prossimo, così il poliziotto (ma vale anche per gli altri operatori di polizia) è il primo spesso ad andare in soccorso delle vittime, il primo con cui queste vengono in contatto e il primo a cui si trovano di fronte i familiari a cui si deve dare la terribile notizia della perdita di un figlio, di un genitore, di un marito o di una moglie.

«Non ci sono regole prestabilite, le modalità della comunicazione di notizie così tragiche si basa molto sulla sensibilità personale e sull’impiego di una grande componente di umanità – spiega l’ispettore superiore Filippo Di Staso, coordinatore della sezione di Nizza della polizia stradale astigiana, con in passato una lunga esperienza a Torino in uno degli uffici incidenti con alto numero di sinistri mortali – Generalmente a portare la notizia è un operatore con grado elevato: si riconosce così l’importanza della vittima e questo è un aspetto che genera apprezzamento da parte dei familiari. Si cerca inoltre il contatto con un parente o un conoscente che possa dare sostegno nel momento del lutto».

Si ricorre spesso a figure come il parroco, il sindaco oppure ad altre autorità di sicurezza sul territorio per cercare tale contatto. «E se la notizia va portata a persone anziane, chiediamo l’intervento di un’ambulanza, nel caso si presentassero situazioni critiche – aggiunge Di Staso – L’aspetto fondamentale è comprendere la situazione di volta in volta, in base all’esigenza a cui ci si trova di fronte». Nel progetto Chirone si tiene conto anche di come sostenere il poliziotto, sottoposto al carico di emozioni che comporta la comunicazione di un decesso: «la continua esposizione al dolore delle vittime determina una fatica psicologica che non può essere sottovalutata».

«Il Ministero predispone infatti una serie di corsi che sono di aiuto agli operatori proprio dal punto di vista psicologico – evidenzia ancora Di Staso – Perchè il loro ruolo non si esaurisce nella comunicazione della notizia, ma continua in seguito nel tenere informati vittime o familiari dell’evolversi della vicenda e nell’espletamento delle pratiche burocratiche a cui si deve far fronte».

Marta Martiner Testa

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