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Casa di Riposo Città di Asti 2
Cronaca
Guardia di Finanza

Commisssari straordinari e revisori dei conti indagati per il default della Casa di Riposo Città di Asti

Accusati di falso ideologico per aver messo a bilancio dei “finanziamenti straordinari” che in realtà non esistevano ma consentivano di mitigare il disavanzo crescente

Sono i due commissari straordinari che si sono susseguiti nel periodo 2016-2023 Giuseppe Camisola e Mario Pasino e tre revisori dei conti (Luisa Amalberto, Simone Callagher e Massimo Striglia) i cinque indagati per falso ideologico commesso da pubblico ufficiale che oggi hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini eseguite dalla Guardia di Finanza di Asti e coordinate dalla Procura della Repubblica nell’ambito di una inchiesta sul default della Casa di Riposo Città di Asti.

Nel mirino degli accertamenti del nucleo di polizia economico finanziaria delle fiamme gialle di Asti, ci sono i bilanci degli ultimi sette anni della più grande Ipab del Piemonte, già in liquidazione. Ma non solo. Un valido strumento di indagine è stata anche la relazione redatta dai commissari liquidatori che erano stati nominati dal Tribunale di Asti a marzo del 2023.

Cosa viene contestato ai cinque indagati? Di aver “truccato” i bilanci degli anni presi in considerazione cercando di coprire il disavanzo crescente (peraltro già ereditato da precedenti amministrazioni) con una posta indicata come “finanziamenti straordinari”. Che, secondo le indagini della Guardia di Finanza, erano del tutto inesistenti e fittizi. Finanziamenti straordinari che esistevano solo sulla carta ma che non avevano alcun corrispettivo effettivo di entrate nelle casse già esangui della Casa di riposo.

E si parla di milioni di euro. A fronte di un disavanzo di gestione cristallizzata a circa 7 milioni e mezzo di euro, questi finanziamenti fantasma avevano raggiunto la cifra complessiva di poco più di 8 milioni di euro: ogni anno venivano iscritti con cifre che andavano dal milione al milione e mezzo proprio per abbattere, sempre solo sulla carta, il disavanzo.

Di qui l’accusa di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, visto il ruolo rivestito da commissari straordinari e revisori dei conti.

Nel lavoro della Guardia di Finanza, oltre ai bilanci e alla relazione dei liquidatori, è finita una grande mole di documentazione sequestrata all’Ente confrontata con gli accertamenti tecnici di consulenti e le testimonianze dei responsabili amministrativi della Casa di Riposo.

I cinque indagati non sono ancora stati sentiti dagli inquirenti; con ogni probabilità saranno loro stessi, alla luce delle risultanze delle indagini, a chiedere di essere interrogati per spiegare come mai abbiano voluto, per anni, coprire una situazione economica disastrosa che non aveva alcuna prospettiva di migliorare.

«Voglio esprimere apprezzamento per l’attività compiuta  – scrive in una nota il Procuratore della Repubblica di Asti Biagio Mazzeo – che, come sempre, conferma l’impegno concreto, assiduo e prioritario della Guardia di Finanza nel contrastare ogni forma di illecito che lede gli interessi erariali a danno del bilancio pubblico».

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