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Cronaca
Tribunale di Asti

Condannato a 4 anni il “pirata della strada” che investì una giovane donna a Vezza d’Alba

Massimo della pena per un torinese di 53 anni cui è stata anche revocata la patente

Condanna importante per Sergio S., il 53enne torinese sotto processo per l’investimento e l’omissione di soccorso di cui si è reso autore il 29 gennaio del 2018 in località Borbore di Vezza d’Alba.

Tre anni (il massimo della pena) gli sono stati inflitti per le lesioni gravissime riportate dalla giovane investita e un altro anno di reclusione è arrivato per l’omissione di soccorso. Inoltre il giudice Dovesi ha disposto la revoca della sua patente di guida e lo ha interdetto dai pubblici uffici per 5 anni. Non è andata bene neppure ad uno dei testimoni per i quali il giudice ha disposto la tramissione della sua deposizione alla Procur aper valutare il reato di falsa testimonianza.

All’identificazione dell’imputato il sostituto procuratore Laura Deodato, titolare dell’indagine per la quale si è avvalsa del lavoro dei carabinieri della stazione di Corneliano, è arrivata dopo un lungo e metiloso lavoro di ricompoiszione degli iniziali frammentari dati a disposizione.

La ragazza, 26 anni, residente a Castagnito, era appena scesa dalla navetta che l’aveva riportata dal lavoro e stava attraversando sulle strisce pedonali per tornare a casa. Era quasi arrivata sull’altro bordo della trafficata strada quando è stata travolta da un furgone bianco il cui autista non si è fermato per prestarle soccorso. Per fortuna erano presenti dei testimoni che hanno immediatamente avvertito i soccorritori anche perchè la ragazza aveva perso conoscenza. Gravi le lesioni che aveva riportato: frattura di numerose costole, lesioni ad un rene e gravissimo trauma alla milza che le è stata asportata.

Dalle descrizioni dei testimoni più vicini al luogo dell’investimento, gli investiagori sono arrivati a circoscrivere esattamente l’orario in cui è avvenuto l’incidente. Di qui l’acquisizione dei filmati di una vicina panetteria per circoscrivere, dalle targhe, i possibili mezzi investitori. L’indagine è proseguita con riconoscimenti fotografici del furgone bianco e poi del suo guidatore. Una volta ristretto il campo intorno al sospettato principale, sono stati i tabulati telefonici a dare concretezza ai sospetti: hanno consentito di geolocalizzarlo sull’area dell’incidente e un forte indizio è arrivato anche dalla dichiarazione di un interlocutore che era al telefono con l’imputato all’atto dell’investimento. Imputato che non ha mai presenziato ad alcuna udienza.

Nella sentenza è prevista anche una provvisionale immediatamente esecutiva di 20 mila euro nei confronti della giovane che si era costituita parte civile e che procederà alla causa civile per il risarcimento del danno.

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