Un anno particolarmente intenso nelle attività di antibracconaggio per i Carabinieri forestali del Gruppo di Alessandria e Asti il cui bilancio è stato tracciato dal comandante colonnello Stefano Gerbaldo.
Indagini accurate e operazioni congiunte sulle orme di armi irregolari detenuto allo scopo di cacciare grandi animali carnivori protetti oppure attività venatoria al di fuori della legge e dei regolamenti.
Numeri che rendono chiaro come sulla fauna protetta e, più in generale sugli ecosistemi locali, ci sia una pressione molto forte da parte di chi si pone al di fuori della legge.
Uno degli episodi che meglio descrivono questo spregio è il rinvenimento di tre crani di lupo in una casa della zona del Tortonese. Ulteriori approfondimenti scientifici eseguiti con l’analisi del Dna a cura dell’università di Torino, è emerso che i tre lupi erano tutti di sesso maschile, due erano più giovani (1 e 2 anni) mentre il terzo aveva un’età stimata fra i 3 e i 5 anni. Rintracciato anche il loro branco, denominato “Tortonese” perché censito come stanziale fra la Val Borbera e la Val Curone.
Un’altra importante indagine dei Forestali sul fronte antibracconaggio è quella che ha riguardato un astigiano, denunciato perché vendeva, su un noto sito di annunci on line, numerose tagliole per fauna selvatica. Di quelle con meccanismi dentati a scatto che intrappolano la zampa di qualunque animale vi passi sopra e non si accorga della trappola accuratamente nascosta nel sottobosco. Il ragazzo si era difeso dicendo che era solo un intermediario e ha fatto il nome del produttore di Mirabello Monferrato che è stato anch’esso denunciato e gli sono state sequestrate una ventina di tagliole artigianali.

Ad ottobre i Carabinieri Forestali hanno attivato una massiccia campagna di controlli sulla guida delll’operazione internazionale Europol Empact condotta a livello locale dal Nucleo Cites di Alessandria sulla detenzione delle armi da caccia. Controlli che hanno portato a numerosi sequestri di armi, porti d’armi e munizioni e altri mezzi di caccia vietati.
«Il bracconaggio – scrive il Comando di Alessandria e Asti – spesso legato a traffici illeciti e reti criminali transnazionali, altera gli equilibri ecologici e mette a rischio specie protette e habitat fragili, rappresentando una minaccia concreta per la biodiversità».
Se prendiamo come riferimento gli ultimi due anni, tra attività ordinarie e operazioni straordinarie, sono state sequestrate in provincia di Asti una trentina di armi da fuoco e circa 1300 munizioni riconducibili all’attività di bracconaggio.
«La nostra attività – ha commentato il comandante Gerbaldo – proseguirà con particolare attenzione alla tutela del lupo, al controllo delle armi e al monitoraggio delle condotte illecite nelle aree rurali in un contesto sempre più integrato con le autorità nazionali ed europee».