In trasferta da Asti a Bergamo per truffare e derubare anziani. Con tale accusa sono stati arrestati dalla polizia tre sinti astigiani, ritenuti i responsabili di una rapina ad una pensionata nel
In trasferta da Asti a Bergamo per truffare e derubare anziani. Con tale accusa sono stati arrestati dalla polizia tre sinti astigiani, ritenuti i responsabili di una rapina ad una pensionata nel novembre 2014 e di una truffa avvenuta, sempre a Bergamo, un paio di settimane fa. La vicenda prende il via con le immagini di una telecamera di via Palazzolo che inquadra due uomini che trascinano su un carrellino una cassaforte appena sottratta ad una signora: i due non riescono a caricarla in auto, chiedono anche aiuto ad un passante, ma devono poi desistere ed abbandonarla sul marciapiede.
La Questura di Bergamo dirama quei fotogrammi e gli uomini della Squadra mobile della polizia di Asti, coordinata dal commissario capo Loris Petrillo, riconosce i due come due sinti astigiani. Avvisa i colleghi e prende il via così la collaborazione nellindagine. Il riconoscimento avviene anche da parte della vittima e di altri testimoni. Si indaga anche con lausilio tecnico e si ascoltano le conversazioni in dialetto piemontese. I poliziotti della Mobile di Asti , a metà gennaio, vengono a conoscenza di una truffa in atto, sempre a Bergamo, e allertano i colleghi bergamaschi: si attivano posti di blocco ai caselli autostradali di Asti e la Squadra mobile astigiana, i colleghi della Stradale e due agenti di Bergamo bloccano al casello di Asti Ovest due uomini: Renato ed Emanuel Olivieri, 52 e 33 anni, padre e figlio.
Vengono accompagnati in Questura e sulla loro auto, una Lancia Delta, viene scoperto un consistente quantitativo di gioielli, che proverrebbe dalla truffa ad unanziana in via IV Novembre. Vengono arrestati in flagranza di reato. Mercoledì invece le manette sono scattate per Carlo Lafleur, 42 anni, alluscita da unudienza in Tribunale ad Asti per evasione dai domiciliari: secondo la polizia è lautore della rapina del 2014 insieme a Renato Olivieri.
m.m.t.