"Quando ti connetti ad internet, connetti anche la testa". E' questo il messaggio che è stato lanciato ai ragazzi delle classi prime dell'istituto alberghiero "Penna"
"Quando ti connetti ad internet, connetti anche la testa". E' questo il messaggio che è stato lanciato ai ragazzi delle classi prime dell'istituto alberghiero "Penna" dagli agenti della Polizia postale di Asti. L'iniziativa si inquadra nell'ambito della giornata "Safer internet day" organizzata a livello nazionale in 100 capoluoghi e, per la provincia di Asti, attuata proprio a San Damiano, allo scopo di informare i giovani sui pericoli di internet e dei social media, da Skype alle chat, da Facebook a Youtube. Una minaccia recente è il cyberbullismo che si manifesta con minacce, stalking, ingiurie, molestie, furto di identità, ecc. Gli agenti della Polizia postale hanno presentato a due classi prime, interessate al problema e partecipi al dialogo, i molti rischi che si possono incontrare in rete, per superficialità nel comunicare messaggi o per imprudenza nel rispondere agli inviti di sconosciuti.
«Il profilo Facebook è pubblico -? hanno spiegato gli agenti -? e può creare grossi problemi al momento della ricerca di un lavoro: la rete lascia un segno indelebile e le immagini introdotte possono dare un'immagine assai diversa di una persona. Bisogna fare molta attenzione a quel che si scarica, sia per le multe sui diritti d'autore, sia soprattutto per i video di carattere pornografico, per la condivisione dei quali si incorre in denunce penali. Inoltre è molto facile scaricare virus che possono installarsi nel nostro computer, esponendoci a ricatti, al rischio di azzeramento dei dati oppure al furto dei nostri dati personali a fini sconosciuti, ma mai positivi». Una precauzione semplice ed efficace è quella di avere password composte da 8-10 caratteri, composte da lettere maiuscole e minuscole ed altri simboli: di fondamentale importanza è poi il cancellare immediatamente le mail composte da indirizzi noti, ma con allegati sconosciuti, evitando sempre di fornire i nostri dati personali su richieste provenienti apparentemente dalla banca, dalla posta o altro.
Nessuna di queste, infatti, si serve di internet per la richiesta o per l'aggiornamento dei dati in loro possesso. Da ricordare, poi, che esiste in internet il "social engineering", ossia un'attività di raccolta dati da utilizzare a scopo delittuoso: ci sono poi i siti del "deep web", che sono anonimi e possono apparire interessanti, ma su di essi si muovono molti pericoli, perché sono luoghi frequentati sia dalla malavita, sia dai terroristi e perciò oggetto di continue indagini delle Polizie internazionali. Un altro pericolo è costituito da Skype, sul quale ci sono ragazze che prima contattano coetanei maschi, poi entrano in chat, quindi chiedono loro immagini e filmati, anche compromettenti, che infine minacciano di porre su Youtube, a meno che si paghi per evitarlo. In questo caso, se è mancata la prudenza iniziale, l'unica soluzione è segnalare la cosa a Youtube per l'immediato blocco del video, proseguendo con una eventuale denuncia alla Polizia postale.
Renato Romagnoli