Per la maggior parte dell'anno divide le sue giornate di lavoro fra il vivaio di frazione Mondonio, sulla provinciale all'incrocio con la frazione castelnovese, la manutenzione dei giardini
Per la maggior parte dell'anno divide le sue giornate di lavoro fra il vivaio di frazione Mondonio, sulla provinciale all'incrocio con la frazione castelnovese, la manutenzione dei giardini della zona, i mercati e le fiere. Ma poi viene il momento in cui fa la valigia e se ne va via per un mese, qualche volta anche di più per andare a realizzare, dal nulla, giardini e terrazzi verdi in tutto il mondo, in appartamenti o ville esclusive, chiamato dai proprietari che contano sulla sua competenza e la sua creatività.
Parliamo di Carlo Moda, 48 anni, di Castelnuovo Don Bosco, noto fiorista e, oggi, anche progettista di giardini. Lui, che di fiori si occupa da quando ha finito la scuola media e la madre Vanna ha avviato per lui un negozio in paese. Per la qualifica da fiorista, Carlo Moda ha frequentato tutti i livelli dei corsi previsti, ma per la sua più recente professione di disegno e realizzazione di giardini, è del tutto autodidatta. L'ultimo lavoro è stato negli Stati Uniti, in Florida, dove in 40 giorni il fiorista castelnovese ha realizzato da zero un giardino intorno ad una villa appena costruita.
Quando e dove è nato questo sviluppo internazionale del suo lavoro? «Una decina di anni fa -racconta lo stesso Moda- ho ricevuto dai proprietari del castello di Sciolze l'incarico di risistemare il giardino aromatico con un pozzo di ninfee al centro. Un giardino antico che andava riparato e protetto». Per quel lavoro ha letteralmente inventato un sistema di coperture antigrandine attraverso strutture in ferro battuto esteticamente molto gradevoli e, allo stesso tempo, molto funzionali. Venne data una grande festa di inaugurazione del giardino rinnovato cui parteciparono ospiti internazionali molti dei quali, entusiasti del lavoro fatto al castello, sono diventati clienti di Moda.
Un giro fatto anche di "passaparola" fra committenti che riconoscono la professionalità e il genio creativo italiano del castelnovese. Uno dopo l'altro sono arrivati i lavori a Mentone, nell'arredo verde di un grande terrazzo affacciato sul mare, a Parigi, dove sono stati realizzati due cortili e poi il parco intorno alla villa con giardino in Spagna, gli ingressi fioriti di palazzi storici in Germania, Norvegia, Londra o il totale ridisegno di aiuole e disposizione delle piante in un'antica villa di Capri immersa in un agrumeto. Moda ha lavorato anche a New York, per creare un'isola verde su un terrazzo che si affaccia su Central Park. E poi la Florida dove il fiorista creativo ha diversi clienti con ville da ombreggiare, scoprire, esaltare con progetti sempre nuovi. In un caso ha ridisegnato per tre volte lo stesso giardino a distanza di qualche anno, per seguire i capricci della padrona di casa.
Come si può realizzare un giardino all'altro capo del mondo quando è a Castelnuovo che Moda ha il suo quartier generale? «Nei primi contatti i clienti mi mandano le foto del giardino esistente o dell'area da piantumare a verde e della casa. A questo aggiungono delle planimetrie con punti acqua, passaggi carrabili e pedonali, manufatti già realizzati. Il tutto allegato alle idee di massima dei clienti che, nella maggior parte dei casi, mi lasciano carta bianca per la realizzazione del loro nuovo giardino». Da Castelnuovo il fiorista lavora a uno o più progetti sulla stessa area e poi li invia ai clienti e li discute con loro fino a trovare la soluzione migliore. A quel punto parte, da solo, e, arrivato a destinazione, va a scegliere personalmente tutte le essenze, le piante e gli arredi nei magazzini di zona oltre a dirigere la manovalanza scelta attraverso specifiche cooperative di giardinieri.
Il ritorno è previsto solo quando il giardino è completamente finito. «La parte più complicata è lo studio del clima del luogo in cui si deve fare il giardino e la scelta di piante autoctone in grado di adattarsi» dice Moda che in questi dieci anni è cresciuto professionalmente «imparando dagli errori degli altri -ammette- perchè nel 70% dei casi vengo chiamato a rimediare progetti di altri che non piacciono o non sono funzionali».
Daniela Peira