Timbrava il cartellino all’Asl e usciva “formalmente” per ispezioni sulla sicurezza degli alimenti presso macelli, macellerie e supermercato ma in realtà andava a fare la spesa, tornava a casa sua per fare piccole faccende oppure si recava a casa di parenti e poi ancora al mercato, al bar, nei negozi. E tutto in orario di lavoro retribuito.
E’ un’accusa di truffa aggravata ai danni dei un Ente pubblico e false attestazioni o certificazioni a mezzo di sistemi di rilevazione delle presenza quella che la Guardia di Finanza di Torino muove nei confronti di una dipendente dell’Asl To5 di Chieri, sotto la cui giurisdizione ricadono anche alcuni Comuni dell’Alto Astigiano.
L’operazione, denominata “Vado e torno” si è avvalsa di pedinamenti, foto, filmati ed analisi dei tabulati telefonici comparati con le bollature sul posto di lavoro.
I finanzieri hanno appurato che qualche volta utilizzava la sua auto personale per i suoi spostamenti in orario di lavoro, altre volte utilizzava anche l’auto dell’Asl per fare le sue commissioni.
Curioso un episodio che l’ha vista prendere una multa a Torino, vicino al mercato di Porta Palazzo dove era andata in orario di servizio.
Il conto fatto dagli investigatori è di 90 uscite per 180 ore di assenza non autorizzate maturate nel corso di 6 mesi.
Secondo una nota della Guardia di Finanza di Torino, nel corso delle indagini preliminari la dipendente ha ammesso integralmente gli addebiti. Oltre alla denuncia per truffa, la donna è stata segnalata anche alla Corte dei Conti per il recupero del compenso delle ore pagate ma non lavorate.