«Qui nessuno vuol passare per santo, però associare il nome del club Drughi Asti Praia ad una sicura azione di delinquenza è profondamente sbagliato». A parlare è un esponente del direttivo del Club degli ultras juventini del quartiere popolare, tirati in ballo dalla Questura nella giustificazione della chiusura temporanea di due bar di via Monti nella scorsa settimana. Il Questore aveva riferito che il provvedimento
«Qui nessuno vuol passare per santo, però associare il nome del club Drughi Asti Praia ad una sicura azione di delinquenza è profondamente sbagliato». A parlare è un esponente del direttivo del Club degli ultras juventini del quartiere popolare, tirati in ballo dalla Questura nella giustificazione della chiusura temporanea di due bar di via Monti nella scorsa settimana. Il Questore aveva riferito che il provvedimento di sospensione dell’attività era stata dettata dall’aver verificato la presenza costante di persone con precedenti penali a carico e, in questa categoria, aveva associato anche alcuni iscritti al club fra i quali anche destinatari di un Daspo (il provvedimento di divieto di avvicinamento ad uno stadio per pregressa partecipazione a disordini di tifoseria).
«Il Daspo non è mica una condanna penale – replicano i Drughi – ma solo una sanzione amministrativa e preventiva, per giunta. Ammettiamo la nostra attività da ultras quando siamo allo stadio, ma quando siamo fuori siamo persone normali. Fra noi ci sono persone con vite ordinarie, con un lavoro, famiglia, figli, attività commerciali. La gente non deve pensare che noi ci ritroviamo al bar Sport per metterci d’accordo e combinare chissà che azioni delinquenti. Noi ci ritroviamo lì, in mezzo a famiglie e bambini, per stare insieme e per guardare le partite. E lo facciamo senza danni. E’ da tre anni che la polizia viene a controllarci in quel bar, ma ogni volta ci ha solo chiesto i documenti e identificati: mai una volta che siano dovuti intervenire per qualche tafferuglio o qualche casino che sia successo durante una partita o in altri momenti. Mai».
I Drughi ricordano di aver svolto anche raccolte fondi e di aver partecipato ad iniziative di solidarietà a favore di bambini malati del quartiere, portando magliette e palloni firmati e ai ragazzini del doposcuola Peter Pan hanno regalato foto con gli autografi dei giocatori. «I Drughi sono fieri di portare il nome di Asti e di Praia in giro per l’Italia e per l’Europa», chiosano.
d.p.