Un processo maledetto, quello sul fallimento della Way Assauto che, a quasi un anno e mezzo dalla prima udienza fissata in tribunale, non ha ancora avuto l'onore di iniziare. Dopo quasi una decina
Un processo maledetto, quello sul fallimento della Way Assauto che, a quasi un anno e mezzo dalla prima udienza fissata in tribunale, non ha ancora avuto l'onore di iniziare. Dopo quasi una decina di rinvii delle udienze, ora siamo al terzo cambio di collegio di giudici che dovrà pronunciarsi sulle accuse.
Lunedì mattina era di nuovo in calendario un'udienza per far decollare finalmente il processo, ma il collegio di giudici previsto prevede la presenza di un magistrato che a fine mese verrà trasferito e dunque non può iniziare ora un dibattimento che non potrà seguire. Così altro rinvio al 26 marzo con altri tre giudici che dovrebbero finalmente prendere in carico il dibattimento. Nessun atto, infatti, è ancora stato fatto per incardinare il processo e non è ancora stato sentito alcun testimone. Solo e sempre rinvii.
In aula solo gli avvocati dei tre imputati (Diego Robella, Ezio e Fabio Trinchero) e solo qualcuno dei 200 operai che si sono costituiti parte civile insieme al curatore fallimentare Todeschini. Un processo che vuole fare chiarezza, con vari gradi di responsabilità, nella bancarotta fraudolenta imputata ai tre imputati e ritenuta la causa che portò al fallimento della storica industria astigiana. Una cinquantina i testimoni da sentire e fra essi anche alcuni personaggi politici locali molto noti che avevano giocato un ruolo di mediazione nelle trattative che si erano susseguite negli anni per salvare la Waya.