Un processo curioso che ha per protagonista non tanto l’imputato quanto l’anziano padre.
L’imputato, infatti, difeso dall’avvocato Giulia Gai, deve rispondere di aver utilizzato e parcheggiato su strada la sua automobile sotto sequestro amministrativo per averla guidata senza assicurazione.
Ma la sua versione è molto diversa. «Non sono io ad averla presa, usata e parcheggiata in corso Volta. E’ stato mio padre, ultraottantenne che vive con me. Per tanti anni lui andava a mangiare in un ristorante di corso Volta e quel giorno lì ha trovato in casa le chiavi dell’auto parcheggiata in cortile, l’ha presa, si è recato fino al ristorante, l’ha parcheggiata in strada ed è andato a mangiare. Io non ne sapevo assolutamente nulla e lui non sapeva che l’auto fosse sotto sequestro».
E’ proprio in strada che un agente della polizia municipale ha trovato parcheggiata l’auto per la quale, solo pochi giorni prima, aveva notificato il provvedimento di fermo amministrativo.
L’udienza è stata rinviata a fine aprile per la sentenza.