Si è prontamente attivato il Comando Provinciale della Forestale di Asti a seguito dei casi di avvelenamento di cani da tartufi verificatisi nelle scorse settimane nelle campagne tra Celle Enomondo e
Si è prontamente attivato il Comando Provinciale della Forestale di Asti a seguito dei casi di avvelenamento di cani da tartufi verificatisi nelle scorse settimane nelle campagne tra Celle Enomondo e Revigliasco. A denunciare e a raccontare quanto stava succedendo, il trifolao e titolare di unazienda agricola di Celle, che nei giorni delle festività natalizie ha visto tre dei suoi cani rimanere intossicati da bocconi avvelenati, abbandonati nelle tartufaie di sua proprietà: «Nelle nostre tartufaie, recintate e destinate alla raccolta privata, nella zona di Vandera, ho raccolto dodici bocconi, che ho consegnato al veterinario dellAsl affinché fossero analizzati. Diversi animali selvatici sono morti a causa del veleno: una volpe, faine e corvi. Oltre ai miei tre cani», ci aveva detto Carlo Bugnano.
La Forestale ha attivato le unità cinofile addestrate alla ricerca delle esche avvelenate: i cani Kira, Zac, Luna e Puma hanno perlustrato con i loro conduttori i boschi tartufigeni di varie località dei due Comuni, consentendo il rinvenimento di un riccio morto e sostanze alimentari che potrebbero contenere veleno. «I cani addestrati, quando percepiscono lodore di un veleno o di una carcassa di animale, si siedono segnalando in questo modo al conduttore il punto esatto di rinvenimento – spiegano dalla Forestale – Tali reperti saranno inviati allIstituto Zooprofilattico di Torino per le analisi del caso, al fine di confermare o meno la presenza di sostanze venefiche». Lattività è stata seguita dal Comando Stazione Forestale di Asti e dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale ed ha coinvolto il servizio veterinario dellAsl di Asti del distretto di San Damiano, due forestali delle stazioni di Borgo San Dalmazzo e di Omegna, un dipendente del Parco Regionale delle Alpi Cozie ed un collaboratore del Parco Regionale delle Alpi Marittime.
«Lobiettivo è quello di bonificare per quanto possibile larea, riducendo al minimo il rischio di avvelenamento di animali domestici e selvatici. Il fenomeno della distribuzione nellambiente di esche avvelenate è purtroppo presente anche in altre parti del territorio provinciale e potrebbe essere più grave di quanto conosciuto. Gli episodi di avvelenamento, infatti, non vengono sempre segnalati, soprattutto quando a farne le spese sono gli animali selvatici, e non possono quindi essere approfonditi spiega il Comando provinciale di Asti della Forestale – È invece importante che gli enti preposti e le forze di polizia siano prontamente informati su ogni caso. Ogni notizia può essere utile ai fini investigativi e per attivare le professionalità necessarie per la bonifica, evitando ulteriori avvelenamenti. Ogni boccone innesca una catena di morte che coinvolge molti animali selvatici e domestici, causando gravi sofferenze. È fondamentale che i cittadini collaborino con il Corpo Forestale, segnalando prontamente il rinvenimento di bocconi o carcasse sospetti, contattando gli uffici o il numero di emergenza ambientale 1515».
Marta Martiner Testa