Ora non è più possibile esporre all'aperto ortaggi e frutta, pena la condanna penale ad un'ammenda per la violazione della legge 283/1962. Come si vede dalla data della legge non è proprio
Ora non è più possibile esporre all'aperto ortaggi e frutta, pena la condanna penale ad un'ammenda per la violazione della legge 283/1962. Come si vede dalla data della legge non è proprio una novità, risale al 1962, ma solo ora la Cassazione si è espressa favorevolmente circa l'ammenda ai danni di un commerciante che aveva esposto la propria merce all'aperto. In questo modo la Corte Suprema ha imposto lo stop alla vendita all'aperto di frutta e verdura aprendo uno scenario a dir poco preoccupante.
Allora anche le bancarelle del mercato non potrebbero più esporre e vendere la loro merce. Così come gli agricoltori che lungo le strade, sovente, espongono le loro cassette di frutta e verdura alla caccia di un acquirente in transito. Dai venditori il passaggio ai produttori è facile. Quanti sono gli agricoltori che coltivano i loro prodotti in appezzamenti di terreno vicino alle strade? Tantissimi. Provate anche solo a percorrere la tangenziale di Asti e ve ne renderete conto subito anche voi. Anche in questo caso gli agenti inquinanti potrebbero intaccare la bontà del frutto o della verdura coltivata. E allora, chiudiamo i mercati, revochiamo il permesso di vendita lungo le strade, non concediamo ai commercianti di esporre la loro merce all'aperto e così daremo l'ultimo colpo alla nostra povera economia.
La Coldiretti ha prontamente replicato alla sentenza della Cassazione affermando che "dalle strade delle città non vanno tolte le cassette di frutta, ma lo smog che non danneggia solo i prodotti alimentari ma anche la salute degli italiani". Inutile dire che questa sentenza, se applicata in forma "estensiva", finirà per favorire i supermercati e la grande distribuzione, contro i piccoli esercizi commerciali.
f.d.