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Cronaca

Il funerale di Rita Levi Montalcini
e immagini d'archivio "astigiane"

Migliaia le persone che al cimitero monumentale di Torino hanno reso omaggio per l'ultima volta alla senatrice a vita e premio Nobel Rita Levi Montalcini. Oltre alle autorità tanta gente comune, commossa per la scomparsa di una personalità tanto importante per la cultura scientifica e non solo del nostro Paese. «Il suo impegno era per tutti, ma non mi aspettavo una partecipazione così grande», ha affermato la nipote della studiosa…

Migliaia di persone, tra le quali anche i ministri Elsa Fornero e Francesco Profumo (entrambi torinesi), hanno partecipato mercoledì (2 gennaio) alle esequie pubbliche di Rita Levi Montalcini al cimitero monumentale di Torino. Accanto al feretro un'unica presenza floreale, la corona di rose rosse e margherite del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, lunedì 31 dicembre, era stato salutato dagli applausi della folla al momento di far visita alla camera ardente allestita per la scienziata al Senato (leggi qui).

«Non mi aspettavo una partecipazione così grande», ha detto la nipote del premio Nobel, Piera. Domenica, giorno della scomparsa della studiosa 103enne, aveva avuto modo di esprimere il proprio cordoglio mentre da Torino si apprestava a raggiungere Roma: «Per noi è la prima linea che se ne va, una delle persone su cui tutti potevano contare, rassicurava, con la sua autorevolezza. Il suo impegno era per tutti – ha aggiunto – Non ha mai smesso di lavorare e studiare fino all'ultimo, e quando se ne è andata lo ha fatto così, con tranquillità» (leggi qui).
«Con il Nobel ha dato lustro al nostro Paese e battaglia per difendere i valori in cui credeva», ha commentato il premier Mario Monti, domenica, appena appreso della scomparsa della senatrice a vita (leggi qui).

Una vita dedicata alla ricerca quella di Rita Levi Montalcini (leggi qui), torinese di nascita alla quale era anche stata conferita nel 1987 la cittadinanza onoraria astigiana. Alle porte della nostra città ha infatti trascorso un periodo della sua vita: durante la Seconda Guerra Mondiale fu tra gli sfollati che abbandonarono il capoluogo piemontese e nel 1941 si trasferì sulla collina tra Variglie e Valle San Pietro dove ricostruì il suo piccolo laboratorio e riprese gli esperimenti sul sistema nervoso dei vertebrati, studiando gli embrioni delle uova raccolte nelle cascine della zona.

L'ultimo dell'anno, lunedì, sul Colosseo illuminato per festeggiare l'arrivo del 2013, hanno campeggiato alcune frasi della scienziata. Una decisione presa dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, come sorta di ultimo saluto da parte della Città Eterna (leggi qui).

Luca Garrone

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