Nellagosto scorso, alla pronuncia della Commissione Europea sul quesito che riguardava le agevolazioni fiscali e contributive degli alluvionati del Piemonte, si era parlato di una vittoria per le
Nellagosto scorso, alla pronuncia della Commissione Europea sul quesito che riguardava le agevolazioni fiscali e contributive degli alluvionati del Piemonte, si era parlato di una vittoria per le aziende messe in ginocchio dalla grave inondazione del 1994 perchè, sebbene venissero equiparate ad aiuti di Stato (e dunque avrebbero dovuto essere autorizzate), lItalia non avrebbe dovuto procedere a chiederne la restituzione. Nei giorni scorsi, però, la decisione è stata pubblicata integralmente sulla Gazzetta Ufficiale dellUnione Europea e la sua lettura attenta pone molti quesiti e non risolve affatto la situazione pendente di molte aziende piemontesi, fra le quali molte astigiane. Sono quelle che, negli anni scorsi, hanno dovuto intraprendere cause in tribunale per vedersi riconosciuti gli stessi diritti che erano stati attribuiti alle aziende siciliane colpite dal terremoto del 1990.
Più che di diritti si può parlare di agevolazioni: labbattimento al 10% dei contributi Inps e Inail che, per chi era stato colpito dallalluvione in Piemonte, riguardava gli anni dalla fine del 1994 al 1997. Dunque uno sconto del 90% dei contributi su almeno due anni pieni. E si aprirono due diversi orizzonti: quello delle aziende che, in questi anni, non avevano versato alcun contributo (cui bastava regolarizzarsi versando solo il 10%) e quelle che invece, con grande sacrificio avevano versato regolarmente che ne chiedevano il rimborso del 90%. LInps si oppose fin dallinizio a questi rimborsi e di qui la necessità di andare in causa. Cause che quasi tutte le aziende hanno vinto in Cassazione e che hanno dato origine, per le prime di loro, al rimborso.
Il meccanismo si è bloccato perchè un giudice di Cuneo si è chiesto se queste agevolazioni fiscali non costituissero un aiuto di Stato e, in quanto tale, secondo le norme europee, illegale in quanto non autorizzato. In attesa della risposta dellUnione Europea tutto si è bloccato. Ora la risposta che mette al riparo chi non aveva pagato nemmeno il 10% e coloro (pochi) che hanno già ottenuto il rimborso. Ma gli altri? Su questi continuano a pendere le conclusioni della Commissione che ritiene che di aiuti di Stato si tratta, seppur per lItalia sarebbe assolutamente impossibile recuperare gli aiuti concessi illegalmente per tutte le calamità naturali verificatesi oltre 10 anni prima della data della decisione.
«Tale decisione – commenta lavvocato Luigi Florio che sta seguendo i processi di diverse aziende astigiane – lascia aperti problemi di non poco conto: come si orienteranno i giudici italiani nei confronti delle richieste di molte aziende, tuttora pendenti, di vedersi restituire il 90% dei contributi versati, per uniformità di trattamento con chi, non avendoli versati, se li è visti abbuonare? E poi, il termine del 31 luglio 2007 verrà considerato essenziale anche per le domande di rimborso o solo per quelle di condono? Su queste problematiche, la Commissione Europea non ha fatto chiarezza e personalmente ritengo che soltanto lintervento del legislatore italiano, con una norma di interpretazione autentica degli articoli di legge in questione, possa mettere al sicuro gli alluvionati piemontesi, 26 anni dopo lalluvione, da pesanti disparità di trattamento».
Daniela Peira