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Cronaca

Il caso di Giancarlo Gallo su Rai3
«Indennizzo di almeno un milione»

Non sa ancora come andrà a finire la sua battaglia legale contro la Depuy nè come evolveranno le sue condizioni di salute già piuttosto compromesse, ma almeno ora tutta Italia conosce la sua storia

Non sa ancora come andrà a finire la sua battaglia legale contro la Depuy nè come evolveranno le sue condizioni di salute già piuttosto compromesse, ma almeno ora tutta Italia conosce la sua storia che può convincere altri malati come lui a far sentire la loro voce.

Lui è Giancarlo Gallo, di Cisterna, che martedì mattina è stato ospite in diretta dagli studi Rai di Torino della trasmissione Mi manda Raitre. L'argomento trattato era quello delle pesanti ripercussioni di salute provocate dalla metallosi, ovvero dal rilascio di ioni di cobalto e cromo nell'organismo a causa di un malfunzionamento di alcune protesi d'anca a marca Depuy. All'uomo, che aveva raccontato il suo calvario al nostro giornale, era stata impiantata una di queste protesi difettose. Ad un anno dall'impianto, le analisi del sangue hanno registrato la presenza di cobalto e cromo nel suo corpo in quantità superiori di oltre 1500 volte per il primo e di oltre 300 per il secondo metallo. Questo gli ha danneggiato seriamente il cuore e anche l'unico rene funzionante, trapiantato 12 anni fa.

Con lui era presente l'avvocato Tabbia che, con il collega Roberto Saraniti di Torino, sta conducendo le richieste di indennizzo alla casa madre produttrice delle protesi d'anca. Il noto avvocato Ugo Ruffolo, dallo studio, ha affermato che per casi come quello di Giancarlo, ovvero di una vita rovinata a paziente e famigliari, il risarcimento non dovrebbe essere inferiore al milione di euro. In studio con la conduttrice Elsa Di Gati anche una rappresentante del Ministero della Salute. Con gli altri ospiti è emerso che mancherebbero all'appello, in Italia, 700 pazienti cui sono state impiantate queste anche che non hanno risposto al "richiamo" di ospedali e cliniche.

Daniela Peira

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