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Cronaca

Gli agenti penitenziari chiedono l’anticipo della loro vaccinazione anti Covid

E’ prevista verso l’estate, ma il lavoro in luoghi chiusi a contatto con la comunità di detenuti è ritenuta ad alto rischio di contagio

Il Covid, come prevedibile, non ha risparmiato neppure le carceri e sono stati tanti i casi positivi , nella prima e nella seconda ondata, ascrivibili sia al personale penitenziario che ai detenuti.
Attualmente, al carcere di Asti, risultano due persone positive, entrambi appartenenti al personale: un agente e un impiegato amministrativo mentre non risulta alcun detenuto malato di Covid.
A fronte di questi dati, il sindacato Osapp della polizia penitenziaria, chiede un anticipo del programma delle vaccinazioni nei confronti del personale appartenenente al Corpo di Polizia Penitenziaria. Secondo il calendario di vaccinazioni, stilato per priorità, gli agenti penitenziari saranno vaccinati tra il secondo e il terzo trimestre di quest’anno.
«Nelle carceri italiane continuano ad esserci delle persone positive al Covid e tale situazione appare logicamente riferibile alle condizioni di detenzione e di lavoro proprie delle infrastrutture penitenziarie – scrive Leo Beneduci, segretario Osapp – Questo nonostante una notevole opera di prevezione. Ma l’attività si svolge in ambienti per lo più chiusi in cui è spesso impossibile mantenere il debito distanziamento tra gli individui, tenuto anche conto del permanente sovraffollamento e della generale precarietà degli immobili. Per questo, in vista di una eventuale “terza ondata”, del contagio si ritiene indispensabile un ripensamento nella programmazione delle vaccinazioni considerando un anticipo delle somministrazioni individuali del vaccino agli appartenementi al Corpo. Che riguardi soprattutto coloro che operano a strettissimo contatto con la popolazione detenuta».

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