«Asti è stata, ed è attualmente, crocevia di migrazioni: in passato, dalla fine dellOttocento, con il trasferimento di numerosi concittadini allestero in cerca di fortuna. Poi, a partire
«Asti è stata, ed è attualmente, crocevia di migrazioni: in passato, dalla fine dellOttocento, con il trasferimento di numerosi concittadini allestero in cerca di fortuna. Poi, a partire dagli anni Venti, con larrivo di famiglie dal Veneto e, dagli anni Cinquanta, provenienti dal Sud dItalia. Dagli anni Novanta, poi, ha vissuto larrivo di numerosi immigrati (la nostra provincia è prima in Piemonte per numero di stranieri, pari al 13% della popolazione), mentre ora assistiamo al trasferimento di cittadini astigiani, soprattutto giovani e qualificati, verso Paesi che offrono opportunità di lavoro che qui non esistono più. Il Santo Padre potrebbe aiutarci a riflettere su questo tema». E, questo, uno degli spunti presentati a Papa Francesco da Mariangela Cotto, membro della delegazione astigiana che, lo scorso 23 settembre, si è recata in Vaticano per invitare ufficialmente il Santo Padre nella terra dorigine della sua famiglia (i suoi genitori partirono da Asti alla volta dellArgentina nel 1929).
Visita che, come si è appreso la scorsa settimana dalla Sala Stampa della Santa Sede, il Santo Padre considera una priorità. Nel medesimo incontro la delegazione, composta da amministratori e da rappresentanti del Comitato Papa Francesco, nato per rafforzare i legami tra il Pontefice e la sua terra dorigine, ha avanzato la proposta di far coincidere la visita con il raduno dellassociazione Piemontesi nel mondo, che il Comune di Asti si è candidato ad ospitare nel 2014, essendo la vicenda della famiglia del Santo Padre una delle tante storie di migrazione che hanno caratterizzato la città e i nostri paesi a partire dalla fine dellOttocento. In quegli anni le migrazioni erano indirizzate verso vari Stati europei ed extraeuropei (come Sud America, Stati Uniti e Australia), dove si andava in cerca di fortuna. Se si fa mente locale, molte famiglie astigiane presentano un ramo finito allestero con cui, spesso, si sono persi i contatti. E molte volte quel ramo è interessato a riallacciare i contatti con la terra dorigine.
E il caso, freschissimo, di Cristina Rainero, di origine astigiana ma residente in Florida, arrivata domenica in città, dove si fermerà una settimana. Aveva promesso ai genitori di tornare, una volta nella vita, a San Marzanotto, dove, nel 1931, erano partiti alla volta del Nord America i nonni Luigi Rainero e Giuseppina Scarzella. Perduti gli indirizzi dei parenti, Cristina Rainero si è allora affidata al social network Facebook, tramite cui ha contatttato, per via del cognome, Antonella Rainero, astigiana e dipendente allInps, la quale ha subito telefonato a Mariangela Cotto, ex collega, sanmarzanottese e, tra laltro, esperta di Astigiani nel mondo, essendo stata assessore regionale alle Emigrazioni e immigrazioni, nonché vice presidente del Comitato Papa Francesco. «Grazie alla ricerche effettuate da Carlo Sabbione presso larchivio della parrocchia San Marziano e allanagrafe del Comune di Asti – spiega Mariangela Cotto – abbiamo riunito i numerosi parenti di Cristina Rainero residenti a San Marzanotto e a Torino. Vecchie fotografie, emozioni, ricordi sono stati i protagonisti del primo incontro tra cugini. Incontro cui ha partecipato anche il rettore del Comitato Palio, Felice Sismondo, che ha omaggiato la signora di depliant e pubblicazioni in inglese sul Palio, da distribuire una volta tornata a casa».
Un fenomeno, quello delle migrazioni, che è ripreso con forza negli ultimi anni a causa della crisi economica. Una crisi che la nostra provincia sta patendo fortemente, tanto che la disoccupazione cresce in maniera preoccupante. Basti ricordare che, nel 2012, il tasso di disoccupazione giovanile nellAstigiano è arrivato alla cifra record del 39,3%. Ciò significa che, in media, quasi 4 ragazzi su 10, tra i 15 e i 24 anni, non studiano, non frequentano corsi di apprendistato e non lavorano. Se, quindi, si sommano gli effetti della crisi economica alla staticità atavica del nostro Paese, che lascia poco spazio ai giovani, va da sè che chi non ha particolari obblighi a livello familiare preferisca fare le valigie e costruirsi una carriera allestero. In base ai più recenti dati dellAire (Anagrafe degli italiani residenti allestero) del Comune di Asti, vivono fuori dai confini italiani 2.553 Astigiani, distribuiti in 67 Paesi del mondo. LAire è un registro che contiene i nominativi degli emigrati e dei loro figli: liscrizione avviene prima della partenza su comunicazione dellinteressato al Comune; in caso contrario avviene successivamente, quando lAnagrafe viene messa a conoscenza del trasferimento dai consolati.
Scorrendo lelenco si nota che, al primo posto per presenze di Astigiani, cè lArgentina (582 originari della nostra provincia), seguita con gran distacco da Francia (259), Germania (251), Svizzera (172), Spagna (154), Regno Unito (129), Belgio (117), Venezuela (115), Stati Uniti e Brasile (113), Australia (99), mentre in tutti gli altri casi non si arriva alle 50 presenze. A tutte queste persone si rivolge lassociazione Ali e Radici, associazione filantropico – culturale che si pone come braccio operativo di due realtà nate nei mesi scorsi: il già citato Comitato Papa Francesco e lassociazione Astigiani nel mondo. Lobiettivo è cercare, contattare, conoscere quanti più Astigiani, o piemontesi che hanno rapporti con il territorio, vivono allestero e desiderano ritrovare tracce della loro storia familiare per avviare rapporti con i parenti lontani o consolidare quelli già esistenti. Presidente dellassociazione è Manuela Bocco Ghibaudi, che ha più volte sottolineato la volontà dellassociazione di lavorare in modo concreto e operativo, coinvolgendo anche il mondo della scuola, sia tramite internet sia tramite appositi contatti con i consolati.
«Molta attenzione – annuncia – sarà data allattivazione di scambi e soggiorni studio per studenti coinvolgendo le scuole astigiane. I nostri ragazzi potrebbero così andare per un periodo allestero sostenendo una spesa limitata, in quanto sarebbero ospiti delle famiglie astigiane, che a loro volta sarebbero avvantaggiate nello scoprire le loro radici». «Inoltre – conclude – ci piacerebbe organizzare un concorso sulla storia della migrazioni riservato agli studenti, mettendo in palio, come premio, un soggiorno allestero». Intanto nei giorni scorsi sono stati riuniti in Municipio i volontari traduttori di lingue che hanno offerto la loro disponibilità ad Ali e Radici per contattare gli astigiani residenti allestero (in inglese, francese, spagnolo, portoghese, russo): Paola Gerbaldo, Monica Sabbione, don Roberto Zappino, Enza Panepinto, Paola Imarisio, Silvana Maccagno e Maria Luisa Perez. Per ulteriori informazioni visitare il sito: www.astigianinelmondo.com.
Elisa Ferrando