Ci sono volute sei ore di discussione in camera di consiglio per arrivare ad una severa sentenza nei confronti dei fratelli Adrian e Valentin Betea accusati di omicidio di Georgiev Gorancho, il vicino di casa con il quale c’erano forti conflitti per ragioni condominiali nel paese di Castiglione Tinella.
A fronte di una richiesta di condanna formulata dal pm Greco a 17 anni, la Corte d’Assise presieduta dal giudice Dovesi (eccezionalmente applicato ad Asti dopo il suo trasferimento alla Corte d’Appello di Torino) con il giudice Dematteis a latere, ha inflitto una condanna più alta, 22 anni.
Definiti anche i risarcimenti alla famiglia Gorancho formata dalla vedova e da quattro figli, costituitisi parte civili con gli avvocati Bona, Alfano e Pellegrino: in totale 240 mila euro di provvisionale in attesa di quantificazione in sede civile.
Sei mesi per Toni Fidanchov e Pop Bogdan per l’accusa di rissa mentre Daniel Leu è stato assolto così come richiesto dal pm.
Non sono stati creduti due testimoni, uno del pm e uno della difesa Betea per i quali i giudici hanno chiesto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica per procedere per falsa testimonianza.
Lacrime per la figlia maggiore di Gorancho, Sandra, alla lettura della sentenza; accanto la madre Mirianka che ha condotto una battaglia anche mediatica per sbloccare le indagini. <Questa sentenza non attenua sicuramente il dolore per la perdita di mio marito, padre dei miei figli – è stato il commento della signora Gorancho – ma almeno è stata resa giustizia a quello che è accaduto>. Anche l’avvocato Bona, che in aula rappresentava il figlio all’epoca dodicenne che vide gran parte di quanto inferto al padre dalla finestra di casa commenta <Siamo soddisfatti per un risultato che è quello che aspettavamo e che riteniamo giusto>.
Una sentenza che arriva esattamente ad otto anni da quella rissa fatale, avvenuta il giorno di Pasquetta del 2014.
Sicuramente stupiti per tanta severità i due imputati, sempre presenti in aula, assistiti dagli avvocati Saraniti e Abate Zaro. <È evidente che i giudici non hanno tenuto conto della ricostruzione dei fatti così come sono stati vissuti dai miei due assistiti e così come supportato da diversi filmati girati nell’immediatezza dei fatti>. E hanno annunciato ricorso in Appello appena saranno depositato e le motivazioni fra 90 giorni.