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Cronaca

Imprevedibile la morte della piccola
Il giudice assolve sei ginecologi

Una vicenda dolorosa come solo la perdita di un figlio può essere, ha vissuto ieri il suo epilogo in tribunale con una sentenza di assoluzione dettata dal giudice Amerio su richiesta dello stesso pm.

Una vicenda dolorosa come solo la perdita di un figlio può essere, ha vissuto ieri il suo epilogo in tribunale con una sentenza di assoluzione dettata dal giudice Amerio su richiesta dello stesso pm. Sul banco degli imputati sei medici ginecologi dell'ospedale di Asti: Patrizia Ragno, Marco Cannì, Carlo Bocci, Laura Gallia, Valeria Ferrero e Carmine Lettieri, tutti difesi dall'avvocato Aldo Mirate. A chiamarli in causa i genitori di una piccola deceduta ancora in grembo alla madre negli ultimi giorni di gestazione nel dicembre del 2011. La donna si era presentata all'ospedale di Asti dove, pur non essendo in travaglio, era stata sottoposta ad alcuni esami specifici e dove era stata ricoverata per un monitoraggio cardiotocografico continuo. Purtroppo, dopo qualche giorno, le stesse strumentazioni avevano rivelato che la piccola era deceduta.

Per i genitori era impossibile credere ad un'eventualità così grave durante un ricovero in ospedale sotto stretto monitoraggio e la Procura, dopo aver sentito i suoi consulenti, aveva avviato l'inchiesta per negligenza di ben dodici specialisti che si erano avvicendati nel trattare la paziente. Di questi, sei sono usciti in indagine preliminari per archiviazione, mentre gli altri sono finiti a processo. E' stata una consulenza dello specialista dottor Valensise, chiamato dall'avvocato Mirate, a dare la svolta al processo. Il medico aveva chiarito che tutte le accuse ruotavano intorno alla "lettura" dei tracciati fatta dai medici prima della morte intrauterina della piccola, con l'impegno a capire se una più attenta valutazione degli esami avesse potuto prevenire il fatto. Ma l'esame autoptico del feto indica come la causa del decesso fosse stato un fattore acuto, un'ipossia che non era possibile nè prevedere e sulla quale non era possibile intervenire. Di qui, come ha ammesso lo stesso pm, l'insussistenza del nesso fra l'operato dei medici e il triste esito della gravidanza.

Daniela Peira

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