Scaduti i termini
Un uomo dalle mille vite: Graziano Mesina, 77 anni, il “re” dei sequestri sardi torna ancora una volta in libertà. Anche se su di lui grava una condanna a 30 anni di carcere infilitta l’anno scorso dalla Corte d’Appello di Cagliari per traffico internazionale di droga. I giudici non hanno depositato in tempo le motivazioni della sentenza e questo è bastato per far decadere la misura del carcere.
Nonostante il suo profondo radicamento sardo, Mesina ha avuto anche un ruolo da protagonista nella provincia di Asti.
In libertà vigilata ad Asti
Nel 1992, dopo un lungo periodo passato in carcere per espiare importanti condanne legate ai sequestri e al suo ruolo di spicco nel banditismo sardo del secondo dopoguerra (e dopo numerosi tentativi di evasione, alcuni riusciti), ottenne la libertà condizionale. Dopo quasi trent’anni di carcere, si stabilì in frazione San Marzanotto, ospite di alcuni astigiani che fecero da “garanti” per la sua libertà vigilata.
Il suo ruolo nel rapimento di Farouk Kassam
Fu in quel periodo che tornò alla ribalta delle cronache per la sua intermediazione nella liberazione del piccolo Farouk Kassam, rapito a gennaio e liberato a luglio del 1992. Mesina, in alcune interviste, aveva ribadito di aver aiutato la famiglia del bambino a soddisfare le richieste dei rapitori. Circostanza sempre negata dalle fonti ufficiali.
Trovate armi nella sua cascina astigiana
Ma la sua libertà condizionale in terra astigiana terminò presto: nel 1993, nel corso di una perquisizione nella casa in cui viveva, vennero ritrovate delle armi e l’uomo venne sospettato di progettare un nuovo sequestro di persone. Venne nuovamente arrestato e il tribunale di Asti respinse sempre la richiesta di scarcerazione.
Il presidente lo graziò
Fu nel 2004 che l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi dispose la grazia e ne fece nuovamente un uomo libero. Mesina tornò nella sua Orgosolo dove iniziò a fare la guida turistica.
Nuovo arresto e nuova condanna
Nel 2013 ancora un arresto, nel suo paese di origine: l’accusa è quella di progettare un sequestro di persona e di essere a capo di una potente organizzazione dedita al traffico di stupefacenti, furti e rapine. Gli venne revocata la grazia e per lui arrivò la condanna a 30 anni. Ma il mancato deposito delle motivazioni ha fatto sì che oggi, 7 giugno 2019, Mesina sia stato scarcerato.