Anche Asti si doterà di un Garante per i diritti dei detenuti. A deciderlo è stato il Consiglio comunale di lunedì sera nel quale è stata approvata la pratica promossa in modo bipartisan e
Anche Asti si doterà di un Garante per i diritti dei detenuti. A deciderlo è stato il Consiglio comunale di lunedì sera nel quale è stata approvata la pratica promossa in modo bipartisan e sostenuta, fuori dallassemblea, anche dai Radicali. «Listituto del Garante – spiega il sindaco Brignolo – è già stato sperimentato in molte città con risultati positivi perché consente di migliorare i rapporti tra linterno e lesterno del carcere al fine di concorrere alle attività di rieducazione di porre le basi per il reinserimento sociale in vista delluscita dallistituto».
Il Garante, secondo quanto approvato al termine della discussione, sarà eletto dal Consiglio comunale (e non dal sindaco come invece si era pensato in un primo tempo) per «promuovere lesercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile e di fruizione dei servizi comunali delle persone private della libertà personale ovvero limitate nella libertà, con particolare riferimento ai diritti fondamentali, alla casa, al lavoro, alla formazione, alla cultura, allassistenza, alla tutela della salute, allo sport, per quanto nelle attribuzioni e nelle competenze del Comune medesimo; promuovere iniziative di sensibilizzazione pubblica sul tema dei diritti umani; promuovere con le amministrazioni interessate protocolli di intesa utili a poter espletare le sue funzioni anche attraverso visite ai luoghi di detenzione in accordo con gli organi preposti alla vigilanza penitenziaria».
Chi ricopre cariche elettive (consiglieri, assessori) ma anche avvocati, operatori delle forze dellordine e addetti che lavorano nel comparto della Giustizia non potranno essere nominati per ricoprire questo ruolo mentre gli altri cittadini potranno probabilmente presentare la propria candidatura. «Tutta la commissione si è detta favorevole allistituzione del Garante» ha spiegato Mariangela Cotto (Noi per Asti) durante il proprio intervento ricordando di essere stata la prima firmataria della legge regionale che istituì il Garante (2009) mentre Riccardo Fassone (PD) ha ripercorso il senso di questa figura dalla sua istituzione in Svezia nel 1809 fino ad oggi.
Durante la discussione della pratica cè stata però una voce fuori dal coro, quella del consigliere Maurizio Lattanzio (Lista Civica) che non ha esitato a definire listituzione del Garante «pura demagogia». «In altri Paesi cè una legge che prevede la figura del Garante dei detenuti ma in Italia non cè nessuna norma a riguardo. Se queste persone sono prive di qualsiasi effettiva potestà e riconoscimento legale noi andiamo ad istituire una figura che farà bella mostra sui giornali ma che nei confronti di chi è sensibile a questo problema appare come una presa in giro. Mi piacerebbe vedere se il Garante potrà entrare in carcere mostrando la delibera del Consiglio comunale di Asti. Stiamo quindi attenti alla aspettative che diamo. Meglio sarebbe stato distinguere tra periodo detentivo e post detentivo quando, effettivamente, lamministrazione può fare tanto per il reinserimento in società e per tutelare il diritto della casa e del lavoro».
Il sindaco ha quindi replicato ricordando come liniziativa «sia stata accolta con favore dalla direttrice del carcere e che se non fosse utile non si capisce perché altri Comuni labbiano già adottata». Alla fine la pratica è stata approvata con 23 voti favorevoli.
Riccardo Santagati