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Cronaca
Ricolonizzazione

I lupi nell’Astigiano: 31 attacchi in un anno

I dati del lavoro di monitoraggio della rete che va dalla Provincia al progetto WolfAlps passando per il servizio veterinario dell’Asl

Tecnicamente viene chiamata “area di recente ricolonizzazione”: così l’Astigiano viene definito dagli esperti di Life WolfAlps EU, il progetto Life europeo in network per monitorare le presenze lungo tutto l’arco alpino.
Infatti, i primi segnali certi di presenza della specie nella nostra provincia risalgono al 2019, quando, dopo le analisi del servizio veterinario, sono stati confermati i primi attacchi a bestiame domestico ed è stato rinvenuto il primo lupo morto nel comune di Monastero Bormida.
Non è agevole contare quanti lupi si trovino nella nostra provincia e ogni volta che le pagine di cronaca riferiscono di qualche attacco a pecore, asinelli o altri animali detenuti nei recinti domestici, si allarga l’atavica paura del lupo con una percezione di “assedio” da parte di questo animale selvatico.
In corso vi è l’elaborazione dei dati raccolti nel corso del primo monitoraggio provinciale strutturato e coordinato nell’ambito di quello nazionale condotto da operatori della Provincia, dell’Ente Gestione Parco Paleontologico, dei Carabinieri Forestali, Asl e Cai.
Nel giro di qualche settimana dovrebbe essere terminato il lavoro di analisi dei dati per realizzare una mappa più precisa dei branchi e della loro distribuzione sul territorio sia sulla base degli attacchi denunciati, sia sulle carcasse di lupi morti ritrovati nelle campagne, sia sulle tracce biologiche lasciate in giro.
Ma già da ora è possibile confermare che la presenza di lupi si concentra nei Comuni a nord ovest della provincia e a sud di Asti.
Dopo il primo a Monastero Bormida, l’anno scorso sono stati rinvenuti altri due lupi morti, entrambi vittime di incidenti stradali: il primo ad Asti, sulla tangenziale e l’altro ad Agliano Terme. Si tratta in entrambi i casi di maschi adulti e al primo, quello trovato ad Asti, era stato sparato un colpo (non mortale) prima di essere stato investito da un’auto.

Un dato certo è invece l’aumento degli attacchi da lupo denunciati, sempre nell’Astigiano.
Nel corso del 2021 (fonte Life WolfAlps EU) nell’Astigiano sono stati denunciati 31 attacchi da lupo in 20 Comuni diversi. Un numero superiore al 2019, primo anno di presenza certa del lupo, con 19 attacchi denunciati. L’anno in cui ci sono stati meno attacchi è stato il 2020, anno del Covid, probabilmente a causa del massiccio presidio umano delle case dovute al lockdown.
Nel corso del 2021 a fare le spese degli attacchi del lupo sono stati prevalentemente ovini (43 capi), i caprini (8 esemplari), 2 asini e 2 vitellini. Ma anche 19 animali selvatici detenuti in allevamenti privati.
Le unità di pronto intervento per attacchi da lupi (WPIU) sono intervenute in 11 occasioni per dare informazioni agli allevatori sulle modalità di indennizzo dei danni e sulle strategie di prevenzione a protezione del bestiame.
Tutti i cittadini possono contribuire all’attività di monitoraggio inviando segnalazioni di avvistamento di lupo alla pagina www.lifewolfalps.eu.

 

Lupus in bufala: cosa è vero e cosa no

Pochi gli animali che, come il lupo, sono circondati da una serie di luoghi comuni che si sono stratificati nel corso dei secoli, dalle favole in avanti.
Per smontarne qualcuno il progetto Life WolfAlps Eu ha pubblicato on line un vero e proprio manuale, “Lupus in Bufala” per tentare di fare un po’ di informazione scientifica che vada a ridurre il conflitto fra lupi ed umani e ne migliori la coesistenza. Non fosse altro che per sfatare alcuni miti del tutto infondati.
Life WolfAlps Eu è un progetto europeo finanziato nell’ambito del programma di Natura e Biodiversità e agisce su diversi fronti riguardo al lupo oggi presento in tutto l’arco alpino: la prevenzione degli attacchi al bestiame, l’antibracconaggio, il controllo di ibridazione e il monitoraggio della popolazione alpina dei lupi. Non ultimo, viene fatto un importante lavoro di comunicazione e divulgazione nelle scuole e sul territorio.
Non solo istruzioni per “smontare” le fake news; il manuale ha una sezione dedicata all’aspetto tipico del lupo e alle sue abitudini: di cosa si nutre, quando si riproduce, quanti branchi possono essere presenti in una delimitata area, cosa fare se si incontra un lupo.
Vediamo i principali miti da sfatare sul lupo.
Il lupo si nutre principalmente di pecore e bestiame
E’ un falso mito. Il lupo è un predatore opportunista che si ciba delle specie più abbondanti, più vulnerabili e più facili da attaccare. Per questo gra le sue prede ci sono anche gli animali domestici. La differenza la fanno i sistemi di protezione che i proprietari o gli allevatori adottano sui loro animali.
Il lupo ulula alla Luna
Vero che i lupi ululino, ma non alla Luna. E’ il loro sistema di comunicazione su lunghe distanze per segnalare la posizione di un branco o per avvertire di pericoli. E lo fa di notte, di giorno, con o senza Luna.
I lupi si avvicinano a paesi  e città?
Può capitare in paesi piccoli al confine con zone boscate o nei fondovalle e accade soprattutto in inverno quando le prede sono a quote più basse o se vengono asciati scarti alimentari vicino ai centri abitati. Ma in linea di massima i lupi cercano di limitare i contatti con le persone.
Il lupo è stato immesso in natura
E’ una delle voci più insistenti: quella di lupi catturati o addirittura allevati, spostati e liberati in Italia o in Europa. Niente di più falso, secondo il manuale di Life WolfAlps che spiega l’espansione del lupo nel nostro Paese con altri motivi. Da una parte la protezione della legge che tutela a livello nazionale e internazionale la specie, dall’altra con il progressivo abbandono delle aree rurali si è lasciato più campo al lupo e infine a ripopolamenti mirati in aree a scopi conservazionistici saturate da specie come gli ungulati che costituiscono le prede di elezione del lupo (caprioli, daini, cervi e cinghiali).
Il lupo è pericoloso per le persone
E’ uno degli animali più diffidenti nei confronti degli esseri umani che considera potenziali minacci e dunque evita accuratamente di incontrarli.
Dal secondo Dopoguerra, in Italia, è stato documentato un solo caso di aggressioni di lupi ad umano, accaduto ad Otranto nel 2020 ma era comunque il caso di un lupo confidente.
Detto questo, se uno si imbatte in una cucciolata di lupi o in un lupo che si sta nutrendo è bene allontanarsi in fretta.

Come comportarsi se si incontra un lupo
Intanto è un’evenienza molto molto rara e improbabile. Ma se succede il lupo normalmente è il primo che scappa via per allontanarsi dall’umano.
Se si avvista in lontananza il consiglio è quello di rimanere in silenzio senza tentare di interagire con gli animali.
Nel caso di un incontro ravvicinato, se l’animale si sta nutrendo o è in presenza dei suoi cuccioli vale sempre la regola d’oro di evitare di disturbarlo e di allontanarsi in silenzio.
Mai offrire cibo all’animale né tentare di avvicinarlo.
Il lupo prolifera all’infinito
Il numero di esemplari di lupi in uno stesso territorio rimane stabile nel tempo, non aumenta perchè ogni territorio ospita un numero ridotto di branchi.
In ogni branco solo la coppia dominante si riproduce, una volta all’anno, e i giovani abbandonano la famiglia di origine fra il primo e il secondo anno di vita per andare a cercarsi un territorio tutto suo.
Ricerca difficile che porta alla morte prematura di un esemplare su quattro.
Il lupo ci vede poco
Vero.
La vista è il senso più debole nel lupo perché presenta una miopia endemica.
Il lupo si aiuta con la visiona periferica che gli consente di identificare forme e movimenti anche su grandi distanza e la visione notturna è generalmente migliore e più precisa rispetto a quella diurna.
Il testo integrale del vademecum è pubblicato gratuitamente on line sul sito www.lifewolfalps.eu

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Una risposta

  1. I vigliacchi si trovano dappertutto: è proprio da “veri uomini” sparare a una povera creatura indifesa. Poi, questi ignoranti, quando si trovano di fronte a qualcuno in grado di difendersi, scappano a gambe levate !!

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