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I profughi protestano per cibo e orari d'uscita
Cronaca

I profughi protestano per cibo e orari d’uscita

Non sono contenti della pulizia dei locali, della qualità del cibo servito e degli orari di apertura e chiusura del portone di ingresso al cortile

Rientrata la protesta di un gruppo di profughi ospitati nell’ex Seminario Vescovile di via Carducci che martedì mattina hanno improvvisato un sit-in davanti alla Prefettura per protestare su alcuni aspetti della loro accoglienza.

Una mattinata difficile che era iniziata con accese discussioni all’interno della struttura dove un gruppo di “nuovi arrivati”, tutti nigeriani, ha manifestato il malcontento per la pulizia dei locali, per la qualità del cibo servito e per gli orari di apertura e chiusura del portone di ingresso al cortile. Una discussione che ha coinvolto il gruppo di africani, decisi ad andare a protestare in Prefettura e gruppi di altre etnie (pachistani, bengalesi) che non ne vedevano la fondatezza.

Per evitare che la tensione salisse ulteriormente, è intervenuta la Polizia con alcune sue pattuglie; gli agenti hanno calmato gli animi e portato in Questura due richiedenti asilo, per facilitare il ritorno alla calma.

Un gruppo di compagni, quando ha visto i connazionali portati via dalle Volanti, si è agitato ancora di più e ha  puntato verso la Prefettura, chiedendo di essere ricevuti per sapere cosa sarebbe successo ai loro amici in Questura e per far presente le loro lamentele.

Il capo di gabinetto, dottor Della Verde ha riferito che la Prefettura ha dato disponibilità ad incontrarli, ma non tutti insieme, bensì in delegazione. Condizione che non è piaciuta agli astanti i quali, dopo l’intervento di moderazione anche di una pattuglia di carabinieri del Norm, si sono dispersi.

La vicenda ha sollevato l’attenzione sulla difficoltà di gestire strutture di accoglienza così affollate.

Da un primo gruppo di 30 richiedenti asilo di metà aprile, si è passati a 71 ospiti nel giro di pochi giorni, per accogliere nuovi arrivi improvvisi, anche da altri Stati europei.

«Nuovi ingressi continui e massicci – ha spiegato Ernesta Fusetti responsabile del personale della Cooperativa Sanitalia che gestisce l’accoglienza nell’ex Seminario – creano sempre agitazione e alimentano nervosismi andando a rompere “equilibri” preesistenti fra gli ospiti già ambientati». Detto questo, però, la responsabile difende la qualità del servizio offerto. «Per i pasti ci avvaliamo di un catering con menù studiati il più possibile sulle esigenze dei rifugiati e, per quelli di religione musulmana, disponiamo di tutta la documentazione sul trattamento della carne secondo i dettami di quella religione. Fra le richieste c’era quella di raddoppiare la quantità di acqua giornaliera per profugo e già da oggi siamo passati da 1 a 2 litri, anche in vista della stagione calda. Le cure sanitarie sono sempre state garantite, addirittura attraverso accordi che concedevano corsie preferenziali. Senza contare – aggiunge la Fusetti – che in molte occasioni i nostri operatori si alzano all’alba per andare a fare la coda per le prenotazioni che riguardano visite specialistiche dei profughi, pur non essendo tenuti a farlo».

Già nella giornata di ieri la responsabile ha fatto un primo sopralluogo alla struttura astigiana ribadendo, ad esempio, che le pulizie dei locali e dei servizi sono a carico degli ospiti che, nei prossimi giorni, verranno adeguatamente “istruiti”.

E anche sugli orari non ci saranno particolari concessioni. Attualmente il portone chiude alle 23,30. «Per l’estate chiederemo di poter posticipare ancora di una mezz’ora, ma abbiamo tutta l’intenzione di rispettare le regole e le condizioni che ci hanno imposto i padroni di casa, ovvero la Curia. Per ragioni di sicurezza e per ragioni di convivenza con gli altri ospiti della grande struttura».

 

Daniela Peira

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