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Il Coordinamento prende le distanze dalle famiglie che occupano in corso Volta
Cronaca

Il Coordinamento prende le distanze dalle famiglie che occupano in corso Volta

Per la prima volta il Coordinamento Asti Est prende le distanze da una delle occupazioni che aveva sostenuto. Si tratta di quella di corso Volta, nel condominio ai numeri civici 149 e 151 avvenuta nel

Per la prima volta il Coordinamento Asti Est prende le distanze da una delle occupazioni che aveva sostenuto. Si tratta di quella di corso Volta, nel condominio ai numeri civici 149 e 151 avvenuta nel 2012 da parte di decine di famiglie sfrattate e senza assegnazione di case popolari. In particolare, la dissociazione è diretta alle famiglie occupanti del numero 151 di corso Volta. «L’incendio nelle cantine della palazzina di qualche giorno fa è l’ultimo atto di una convivenza ormai arrivata alla frutta – dichiara il presidente del Coordinamento Luca Squillia – I militanti dell’associazione non vogliono essere complici di uno stile di vita che va contro lo spirito che ha animato e anima le occupazioni, ovvero quello della solidarietà e della cooperazione».

Nell’incendio, che ha gettato nel panico le famiglie di tutta la scala  si è sviluppato monossido di carbonio che ha lievemente intossicato due bambini. Il Coordinamento dice che sono saltate le “regole” che si danno tutte le famiglie occupanti: comportamenti e stili di vita che rispettino la comunità e il buon uso degli immobili che vengono abitati abusivamente. «Ma ciò che è successo – scrive Carlo Sottile, anima storica del Coordinamento – deve suonare come monito a quanti, nelle istituzioni, fanno finta di non vedere a quale esito socialmente nefasto può condurre la guerra tra poveri e il perseverare nel non rimuoverne le cause. E neppure devono acquietarsi, nell’attesa che si certifichi la natura o meno dolosa dell’incendio, tutti coloro che confondono le azioni  promosse dall’associazione con le decine di episodi di un generico e pericoloso illegalismo».

Sottolineando ancora la differenza fra le infrazioni ai codici eseguite durante il contrasto degli sfratti e le occupazioni che loro ritengono atti di disobbedienza civile e quelle invece di generico illegalismo che «non ci appartengono nè appartengono alle pratiche sociali, alle regole e alle finalità della nostra associazione».

d.p.

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