Sempre più numerose le opposizioni alla creazione di una filiera della carne di cinghiale proposta dall’assessore regionale Protopapa come “antidoto” alla proliferazione che sta mettendo in ginocchio le coltivazioni di mezzo Piemonte.
Alla già lunga lista di detrattori di questa idea, si aggiunge ora anche il Galco, acronimo che sta per Gruppo Agricoltori Liberi di Coltivare. E già questo la dice lunga sulla mission del gruppo.
Rispetto al Coarrp, Comitato nato da poche settimane che raccoglie agricoltori e cittadini di tutto il Piemonte, soprattutto delle province di Torino, Asti, Alessandria, Novara e Cuneo che si sono riuniti spontaneamente per far sentire alta la loro voce contro i danni alle coltivazioni da provocati dagli ungulati, il Galco è attivo già da circa due anni come collettore di segnalazioni su Facebook.
E’ nato da agricoltori del Monferrato e del Nord Astigiano “stufi dei continui danni da cinghiali” si legge nelle informazioni sul gruppo.
Non tutti soddisfatti del lavoro dei loro sindacati, hanno deciso di raccogliere consensi direttamente fra i coltivatori per presentare alla comunità le tante avversità che affliggono il lavoro dell’agricoltore: dal bassissimo prezzo dei prodotti, ai cambiamenti climatici con sbalzi termici ed eventi atmosferici sempre più intensi passando per fitopatie come la flavescenza, gli insetti dannosi come le cimici, le invasioni di animali selvatici che non riguardano solo i cinghiali ma anche le nutrie, i caprioli e anche l’arrivo dei lupi.
«Questi sono solo alcuni esempi delle avversità che colpiscono duramente il settore e che stanno provocando da anni ingenti perdite economiche alle aziende. La situazione è diventata insostenibile ed è arrivato il momento di denunciare con forza tutti assieme la nostra triste situazione. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e invitiamo quante più persone possibile a iscriversi al G.A.L.CO. per darci sostegno».
Sulla filiera della carne di cinghiale proposta dalla Regione, Galco fa un commento durissimo: «Ci sembra un atto scellerato e del tutto irrispettoso – si legge in un comunicato – Le affermazioni che sono state pubblicate per presentarla sottolineano quanto la carne di cinghiale possa essere di ottima qualità perché l’animale si nutre di ciò che la natura offre, ignorando completamente alcuni aspetti peculiai dell’alimentazione di questo ungulato libero di pascolare ovunque».
Un esempio? «Ricordiamo che è un animale onnivoro e si nutre anche di carcasse di animali, di immondizia che trova nei centri abitati, di sementi conciate chimicamente che trova nei campi e che non sono edibili né per l’uomo né per gli animali. Mettere in piedi questa filiera offende profondamente tutto il settore agricolo che da anni subisce continui danni alle proprie colture e chi da anni alleva con passione e sacrificio per dare ai consumatori carni di filiere controllate e di altissima qualità».