«Lesasperazione si capisce, ma qui si è andati molto molto oltre. La nostra troupe è stata aggredita pesantemente». Sono le parole con cui Bruno Vespa ha commentato nella puntata di mercoledì
«Lesasperazione si capisce, ma qui si è andati molto molto oltre. La nostra troupe è stata aggredita pesantemente». Sono le parole con cui Bruno Vespa ha commentato nella puntata di mercoledì sera della sua trasmissione Porta a porta, in onda su Rai Uno, la violenta aggressione da parte di Michele Buoninconti ai giornalisti che stavano realizzando un servizio per la rete ammiraglia della Rai sulla misteriosa morte della moglie, ritrovata cadavere due settimane fa in un canale tra i campi ad appena 800 metri da casa.
Decine di trasmissioni televisive seguono con assiduità il caso di Elena Ceste, con milioni di spettatori dal nord al sud del Paese; il ritrovamento della donna, lattesa degli esiti dellautopsia e lo sviluppo delle indagini dei carabinieri che spiegheranno perché la mamma di Motta di Costigliole è finita nel rio Mersa hanno fatto sì che negli ultimi giorni la presenza di giornalisti e telecamere davanti alla villetta sia stata massiccia. Continui collegamenti e servizi che risultano esagerati a molte persone, ma che rappresentano pur sempre il lavoro che giornalisti, registi e cameramen stanno svolgendo. Un assedio da cui Buoninconti ha cercato di sfuggire più volte nei giorni scorsi attraverso insulti a varie troupe televisive.
Questa volta, come già era accaduto a settembre in occasione dellaggressione alla giornalista Mediaset Laura Magli (varie ecchimosi su una gamba, con tre giorni di prognosi documentati dal ricorso al pronto soccorso), dagli insulti è passato ai fatti, scagliandosi contro la troupe di Porta a porta e picchiando brutalmente loperatore tv. «Una reazione improvvisa e inaspettata, stavamo facendo riprese della casa, in silenzio e a distanza, non ostruivamo lingresso. Ci ha insultato e ci ha ordinato di andare via: lo stavamo facendo, quando con un ombrello ha iniziato a colpire loperatore sulla testa. Ha cercato di fuggire in un campo, ma è scivolato nel fango e una volta a terra Buoninconti ha continuato a dargli botte e calci. Calci e spintoni anche a noi e non si è fermato finché non abbiamo chiamato i carabinieri racconta la giornalista a Porta a porta Loperatore ha riportato una microfrattura alla quarta costola, con 15 giorni di prognosi. Ci siamo molto spaventati».
Le immagini documentano la fine toccata alla telecamera: «Lha completamente sotterrata nel terreno». Così come qualche giorno fa pare che Buoninconti abbia messo fuori casa un televisore corredandolo con la scritta spazzatura, un chiaro messaggio alle televisioni e a chi ci lavora. E nel noccioleto accanto al tratto del rio Mersa che è stato la tomba di Elena Ceste in questi mesi, altro punto che ospitava le postazioni tv, sono comparsi pali e nastri ad impedire lingresso ai mezzi: un modo forse per far valere il possesso di una proprietà e la contrarietà ad una sua violazione, impedendo allo stesso tempo alle trasmissioni tv di accedervi per realizzare i loro servizi. Rimane lattesa intanto per i risultati degli esami autoptici, nella speranza che possano fornire qualche indicazione sulle cause della morte di Elena Ceste e che spieghino la presenza in quel canale del cadavere, ritrovato in condizioni estreme.
Marta Martiner Testa