«Nel mese di ottobre ho avuto un colloquio con Elena. La vedevo per la prima volta, mi è sembrata spaventata: è stata molto vaga e io non ho indagato sulla questione, ma le ho detto di stare
«Nel mese di ottobre ho avuto un colloquio con Elena. La vedevo per la prima volta, mi è sembrata spaventata: è stata molto vaga e io non ho indagato sulla questione, ma le ho detto di stare tranquilla. Due o tre giorni dopo la sua scomparsa, il marito mi disse che Elena gli aveva raccontato di quel colloquio e che io le avevo riferito di farsi coraggio». Sono le parole di don Roberto Zappino, parroco di Motta di Costigliole dallo scorso mese di settembre, in unintervista alle telecamere della trasmissione Chi lha visto?, andata in onda mercoledì sera.
Un racconto, che in modo analogo don Roberto aveva già fatto nei giorni successivi al 24 gennaio, data della misteriosa sparizione della mamma di Motta. Ma nella puntata di mercoledì, incentrata sulle possibili incongruenze nei racconti dei fatti di quel freddo mattino di gennaio, la successiva domanda della giornalista e la risposta di don Roberto parrebbero gettare nuove ombre sulla vicenda. «Dunque Elena si era confidata con il marito?», chiede la giornalista. «Esatto», risponde il parroco. Si penserebbe così che il marito Michele, intorno al quale la famiglia di Elena fa quadrato da sempre, sapesse fin dallautunno dei turbamenti della donna, che lei stessa aveva fatto conoscere, in modo assai superficiale alla sorella, ad una vicina di casa e al parroco. «Una persona che credevo amica mi ha tradita», aveva detto alla vicina, a cui Elena, due giorni prima della scomparsa, era parsa nuovamente turbata.
Da quanto siamo riusciti a sapere, però, non sono di tale avviso gli inquirenti che indagano sul caso. Non ritengono che Michele fosse a conoscenza dello "sbaglio" cui Elena aveva accennato con amici e parenti, parlando di frasi scritte su Facebook ma che l'abbia saputo solo la sera prima della sua scomparsa. Nessuna discrepanza rivelano gli inquirenti neppure in merito agli orari di quel mattino e alle testimonianze dei vicini di casa. E nessuno risulta indagato, sebbene rimanga aperto quel fascicolo a carico di ignoti per "istigazione al suicidio".
Allo stesso modo, non si ha notizia di alcuna traccia di video o foto compromettenti all'interno del computer di Elena Ceste, la cui analisi, affidata ad un esperto, deve ancora essere ultimata. E neppure in "rete" è stato trovato alcunché. Rimane al momento ancora lontana, dunque, una soluzione per una vicenda che sta creando tanto dolore alla famiglia e sta destando apprensione anche tra quanti nemmeno conoscevano la donna o la famiglia. Riprenderanno però le ricerche di Elena sul territorio, in particolare nel fiume Tanaro: con l'ausilio del Magistrato del Po, competente sulle acque del Tanaro, si analizeranno alcuni punti specifici del corso d'acqua.
Marta Martiner Testa