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Il misterioso caso dei quattro AlfieriChi ha usato l'acido sulle statue?
Cronaca

Il misterioso caso dei quattro Alfieri
Chi ha usato l'acido sulle statue?

Chi ha danneggiato il busto di Vittorio, Cesare, Carlo e Adele Alfieri che si trovano nel cortile e nell’atrio dell’omonimo Palazzo? E come ha fatto l’ignota mano (che sembra aver agito usando

Chi ha danneggiato il busto di Vittorio, Cesare, Carlo e Adele Alfieri che si trovano nel cortile e nell’atrio dell’omonimo Palazzo? E come ha fatto l’ignota mano (che sembra aver agito usando un acido, forse nel tentativo di lavare i busti senza però che nessuno avesse autorizzato l’intervento) a “colpire” indisturbata obbligando la Fondazione Centro Studi Alfieriani ad effettuare un urgente intervento di pulizia delle statue? E’ un giallo che sarebbe piaciuto ad Agatha Christie quello che si è consumato nella casa natale del poeta astigiano e sul quale c'è stato uno scambio di lettere tra Carla Forno, direttrice del Centro Studi Alfieriani, e Alberto Bianchino, consigliere comunale con delega del sindaco a seguire i lavori di riapertura dell’edificio.

Dopo il “crimine” le statue sono state affidate alle cure di Nicola di Aramengo per un restauro a tempo zero (costo 5.000 euro circa) interamente finanziato dal Lions Club di Asti. Il club, comunque, si era già detto disponibile a pagare la pulizia dei busti così come gli era stato chiesto dalla Fondazione Alfieri prima che si verificasse il fattaccio il quale, in ogni caso, è anche difficile da collocare in un preciso intervallo di tempo. L’imminente apertura della mostra la Rinascita all’interno di Casa Alfieri non ha fatto altro che accelerare il restauro sul quale il Comune, come scritto dal consigliere Bianchino, aveva nutrito qualche dubbio rispetto ad altre opere considerate più urgenti.

Se fossimo in un giallo della Christie da un momento all’altro apparirebbe l’anziana Miss Marple che, con la sua nota perspicacia, smaschererebbe il colpevole mettendolo davanti al fatto compiuto e obbligandolo a confessare cosa l’abbia spinto ad un gesto così inspiegabile (volontario o meno che sia stato). Sfortunatamente Asti non è St. Mary Mead e l’identità del colpevole probabilmente non sarà mai svelata con buona pace di chi insiste nel dire che in questa città non succede mai nulla di interessante. A questo punto l’auspicio è che “il misterioso caso dei quattro Alfieri” possa creare un po’ di pubblicità alla riapertura dello storico Palazzo invogliando i cittadini a varcare i suoi cancelli –  chiusi da oltre 17 anni – e magari ad improvvisarsi detective per cercare di risolvere brillantemente il mistero.

r.s.

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