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pierluigi e anna rossi
Cronaca

Il papà di Flavio Rossi si laurea a 60 anni e dedica la tesi al figlio scomparso

La foto di Flavio nel frontespizio della tesi. Una delle tante iniziative nel suo nome ad 11 anni dalla sua scomparsa

Una giovane vita stroncata da un colpo di fucile

2 luglio 2007: data indelebile nella mente e nel cuore di Anna e Pierluigi Rossi.
Da quel giorno la loro vita non è stata più la stessa perchè quella terribile data segna la morte, per un tragico incidente, del loro unico figlio, Flavio, di appena 11 anni.

Accaduto in una giornata di vacanza accettando l’invito di un compagno di scuola conosciuto in quell’anno di prima media.
Era la prima volta che Flavio andava a casa sua, ma a causa del comportamento irresponsabile di quella famiglia, non avrebbe più fatto ritorno dai suoi genitori, vittima di un incidente con uno dei fucili maneggiati dall’amico.
Un dolore senza misura che ha messo la coppia di fronte al limite della sopportazione umana; una sofferenza che, negli anni, Anna e Pierluigi con grandissimo coraggio hanno saputo incanalare in attività e azioni per ricordare continuamente Flavio.

Tantissime le iniziative benefiche nel suo nome

Tantissime le iniziative benefiche che portano il nome e il sorriso di Flavio, tantissime anche le società sportive che, onorando l’amore per lo sport del ragazzino, hanno voluto dedicargli manifestazioni ed eventi.
Fra le attività intraprese per perpetuare la sua memoria, anche molte borse di studio, finanziate dai genitori per dare la possibilità ad altri ragazzini di poter affinare talenti e amore per la scuola.
Flavio era un bravo studente, preparato e promettente ma il destino non gli ha permesso di mettere a frutto la sua passione per lo studio.

Come è nata l’idea

Così, in Anna e Pierluigi, si è fatta strada l’idea di assumere su di loro il compimento dell’amore per lo studio di Flavio e il padre, nel febbraio del 2013, a 55 anni, si è iscritto all’Università Unitelma-Sapienza di Roma. Dipendente “quadro” di Poste Italiane, con un diploma magistrale, ha fatto sua la possibilità data dall’Ente di sostenere un corso di laurea per chi, fra i suoi impiegati ne avesse desiderio e a patto di avere una progressione di esami da buon studente.

Quel mondo giudiziario visto da vicino

La scelta è caduta sulla Facoltà di Giurisprudenza per studiare dall’interno quel mondo giudiziario tristemente conosciuto da vicino durante i 7 anni di processo seguiti alla tragica morte di Flavio.

Uno studente modello

Uno studente modello, Pierluigi Rossi, come sicuramente sarebbe stato Flavio: lavoro, casa, impegni sociali e studio non gli hanno impedito di dare tutti gli esami nei tempi giusti e di laurearsi in cinque anni a 60 di età, perfettamente in corso, con la votazione massima di 110 e lode.
“La prova scientifica fra perizia e prova atipica” il titolo della tesi di laurea in diritto processuale penale discussa con la professoressa Roberta Aprati, che solo apparentemente assomiglia alle migliaia di tesi che vengono presentate ogni anno.

Infatti, come segnalibro ha un bellissimo disegno che riproduce il viso sorridente di Flavio e sul frontespizio è stampata la dedica: “A Flavio, per sempre luce nella nostra vita”.

Una laurea “a tre”

«E’ vero che ero io a sostenere gli esami, io a presentarmi alle lezioni, io a discutere la tesi, ma la laurea non è solo mia, l’abbiamo conseguita in tre: io, Anna e Flavio – dice Pierluigi stringendo la mano alla moglie – Immaginiamo Flavio che da lassù ci sorride fiero, con quella “luce” che lui ha lasciato nei nostri cuori e che ci ha permesso di trasformare il dolore in forza per andare avanti».

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