Una strategia dellassenza e del silenzio quella di Nicola Grande, sindaco di Moncucco Torinese, sotto processo per reati che riguardano la sua veste di primo cittadino del paese ai confini nord della provincia. Il primo cittadino infatti non si è presentato ad una sola delle numerose udienze che si sono tenute dallinizio del processo per reati che riguardano la sua veste di primo cittadino del paese ai confini nord della provincia…
Non si è presentato ad una sola delle numerose udienze che si sono tenute dallinizio del processo e, attraverso i suoi difensori, ha già fatto sapere che non intende neppure sottoporsi allesame. Una strategia dellassenza e del silenzio quella di Nicola Grande, sindaco di Moncucco Torinese, sotto processo per reati che riguardano la sua veste di primo cittadino del paese ai confini nord della provincia. Grande è accusato di aver chiesto rimborsi al Comune per trasferte non eseguite, di aver acquistato un pc portatile sempre a nome del Comune poi dato in uso alla sua compagna e di essersi fatto pagare lindennità completa da Sindaco pur non avendone diritto.
Nelludienza di mercoledì in aula sono sfilati i tre testimoni chiamati a sua difesa. Si è trattato di Enrico Boano, responsabile dei siti web della Provincia di Asti che ha confermato le riunioni con il sindaco Grande in occasione del rinnovo del sito di Moncucco e del progetto Comuni in rete, ribadendo anche che gli aggiornamenti in rete li faceva direttamente il primo cittadino. Sempre in tema di viaggi e trasferte è intervenuto Mirco Bielli, vice segretario della Comunità Collinare Alto Astigiano allepoca dei fatti che ha riferito come Grande, allepoca in giunta comunitaria, avesse deleghe riguardanti le nuove tecnologie e linformatica degli uffici con un progetto di omologazione delle procedure in tutti i Comuni. Luca Bertola, agente pubblicitario, ha invece ribadito come Grande fosse il coordinatore del giornalino della Comunità collinare.
La seconda parte delludienza è stata invece riservata allaltro imputato, lex assessore Mario Piovesan, che è accusato solo di essere lintestatario di un conto corrente sul quale vennero depositati gli utili della festa patronale del 2010. La pubblica accusa, sostenuta dal pm Vitari, ha fatto notare che con una specifica delibera, il Comune di Moncucco si era presentato come organizzatore della festa insieme alle associazioni del paese. E che per effetto di tale delibera (che prevedeva anche lo stanziamento di 2 mila euro), risultava impegnato e avrebbe dovuto incamerare i proventi della festa, in qualità di organizzatore e gestore.
Nella realtà, i testimoni che sono sfilati a sostegno di Piovesan, chiamati dal difensore Ferruccio Rattazzi, hanno ridimensionato la cosa e tutti, in modo univoco, hanno ribadito che la festa era stata organizzata dalla Bocciofila, dagli Alpini e dal Circolo Due Torri e i 2 mila euro stanziati dal Comune andavano a pagare alcune forniture della festa sotto forma di contributo. «Quella delibera è evidentemente un errore – ha sottolineato Piovesan che, al contrario di Grande, è sempre stato presente e ha accettato di sottoporsi allesame – la festa era delle associazioni e quellutile versato sul conto sarebbe servito come fondo spese per la festa dellanno successivo».
Daniela Peira