Punto importante per la difesa di un gruppo di cittadini stranieri già pesantemente condannati in primo grado dal tribunale di Asti per immigrazione clandestina.
È l’indagine sul giro di documenti di identità bulgare assegnate a cittadini che in realtà erano macedoni allo scopo di facilitare la loro circolazione nei Paesi CE e, segnatamente, nelle campagne astigiane e albesi dove lavoravano come braccianti stagionali.
Gli avvocati Mirate, Furlanetto e Calvi avevano sollevato una eccezione di incostituzionalità riferita alla non congruità della pena rispetto al reato e la Corte d’Appello di Torino, presso la quale era stato presentato il ricorso contro la sentenza del gip di Asti, ha riconosciuto la non infondatezza delle ragioni dei difensori.
Di qui la decisione dei giudici torinesi di rinviare l’udienza al 22 settembre in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale.
“Si tratta di una norma dettata dal forsennato populismo penale che è dilagato in questi ultimi anni nel nostro ordinamento e che contrasta sotto plurimi profili con i principi della nostra Costituzione. È positivo che la Corte d’appello ne abbia condiviso la rilevanza ed è auspicabile che la Corte Costituzionale provveda ad eliminarla come è già accaduto per numerose altre norme dello stesso tenore”.