Uno “sconto” di appena 2 anni quello che la Corte d’Assise di Alessandria, presieduta dal giudice Biasci, ha deciso nei confronti di Paolo Riccone, l’uomo originario di Incisa Scapaccino che poco più di un anno fa ha ucciso a coltellate la compagna Floriana Floris e si è chiuso in casa con il corpo senza vita della donna per due giorni. Fino a quando la figlia della donna, Alice, che vive a Milano, non avendo più notizie della madre ha mandato i carabinieri a vedere cosa fosse successo. I militari, dopo aver forzato la porta, hanno fatto la tragica scoperta: Floriana morta in un lago di sangue al piano terreno della casa del padre di Riccone, storico benzinaio del paese mancato appena due mesi prima. Al piano di sopra, a letto, Paolo Riccone in stato confusionale che ha dapprima negato la sua responsabilità salvo poi ammetterla in ospedale dove venne interrogato la prima volta dal pm Guerra.
Lo stesso pm che aveva chiesto una condanna a 24 anni per Riccone; la Corte d’Assise ha deciso per una condanna di 22 anni.
Ha pesato, nella decisione, l’avvenuto risarcimento delle parti civili: figlia, fratello e madre di Floriana, cui sono andati 400 mila euro, frutto dell’eredità del padre dell’imputato.
Oggi Riccone era presente, accanto al suo difensore Federica Falco e sua è stata l’ultima parola prima che i giudici togati e popolari si ritirassero in Camera di Consiglio. Ha fatto dichiarazioni spontanee, la prima volta durante tutto il processo, in cui ha chiesto scusa alla famiglia di Floriana per il dolore arrecato, ha ribadito di doversi curare, ha espresso rammarico per non essere riuscito a suicidarsi e ha raccontato la sua vita d’inferno al carcere.
(Qui le dichiarazioni integrali).